Ritratto di Isaia Zancone

Isaia Zancone (1851-1930), geometra, consulente commerciale, appassionatissimo di pittura e scultura, raccoglie una cospicua collezione di opere d'arte contemporanea, che nel testamento destina alla Galleria d'Arte Moderna di Milano. Nomina erede universale la Società Umanitaria, prevedendo diversi legati per altre associazioni benefiche e assistenziali: all'Ospedale Maggiore perviene una somma di 100.000 lire. L'esecuzione del ritratto viene affidata ad Achille Funi, ma l'esecutore testamentario fa presente che il defunto aveva espressamente indicato il nome di Cesare Monti; i due pittori allora attuano uno "scambio" di committenza: Cesare Monti esegue il ritratto di Zancone e Funi quello del benefattore Luigi Franzosi, affidato in precedenza a Monti. L'artista, che aveva vissuto in gioventù a Parigi, a contatto con la pittura dei post-impressionisti, pur rivelando una simpatia "artisica" per il gruppo "Novecento" mostra in questa sua opera di aver sempre ben presente la lezione di Cézanne. Rappresenta il benefattore, sul volto del quale la luce concentra l'attenzione di chi guarda, seduto in un interno borghese abbastanza ricco di dettagli.