Lola (Rosa) Peduzzi Binda (1895-1932) non beneficia direttamente l'Ospedale Maggiore. Il padre Battista è proprietario di cave di marmo e granito sul Lago Maggiore e appartiene a a una rinomata famiglia di costruttori milanesi; sposa Cesare Binda, da cui ha due figlie. Muore a soli 36 anni. La madre, Teresa Bonomi, disperata, dona all'Ospedale Maggiore 100.000 lire in suo ricordo per la costruzione del nuovo Ospedale di Niguarda, in cui chiede che una sala sia intitolata alla figlia. Teresa Bonomi donerà poi all'Ospedale Maggiore nel 1946 una grande proprietà agricola a Nibbiola (Novara) chiedendo il ritratto commemorativo anche per l'altro figlio, Pietro, e per il marito Battista. Del ritratto di Lola Peduzzi si dà l'incarico a Salvatore Corvaya, a cui la Commissione Artistica chiede varie modifiche. Effettivamente è forse una delle opere meno felici fra quelle di questo artista conservate nella quadreria Ospedaliera e presenta delle sproporzioni anatomiche. Meglio riuscita la raffigurazione del volto. La mancanza di accuratezza rilevabile rispetto a altre sue opere può essere giustificata dalla celerità di esecuzione: il pittore porta a termine il dipinto in tempi molto ristretti (meno di tre mesi), sollecitato alla consegna dall'imminenza della Festa del Perdono.