Luigi Giudici (1844-1813), di origine svizzera (nasce e muore - di tubercolosi - nel Canton Ticino), di umili origini (il padre e il nonno erano marmisti), viene a Milano in cerca di lavoro. Dapprima garzone in una drogheria, diventa col tempo titolare di un avviatissimo esercizio. Nel suo testamento prevede numerosi lasciti benefici (per un totale di oltre 300.000) tra cui quello in favore dell'Ospedale Maggiore di 65.000 lire, con la clasuola che ci fosse un letto sempre disponibile per un malato del suo comune natale. Del restante patrimonio è erede la nipote. La commissione del ritratto, per espressa volontà del benefattore, viene data a Antonio Piatti, che ambienta il personaggio en plein air, all'ingresso del giardino di una villa; nella lettera in cui comunica di aver ultimato il ritratto l'artista, che era reduce dal successo ottenuto alla Biennale di Venezia del 1912, fa presente di aver lavorato "alla aria aperta, superando non lievi difficoltà".