Elvira Grisetti, nata nel 1868, quando il padre Eugenio e la madre Angela De Bernardi muoiono a tre mesi di distanza l'una dall'altro nel 1874, non reggendo al dolore della morte per parto della terza figlia diciannovenne, dopo aver perso altri due figli adolescenti, a soli sei anni rimane l'unica superstite della famiglia. Nel 1933, ormai vedova anche del marito Luigi Radaelli, destina all'Ospedale Maggiore la somma di 400.000 lire in memoria dei genitori, per i cui ritratti suggerisce anche i nomi degli esecutori, rispettivamente Piero Gaudenzi e Augusto Colombo. Per il proprio ritratto commemorativo, che vuole sia eseguito da Giuseppe Amisani, chiede venga inserito anche il marito. Luigi Radaelli, ultimo di sei fratelli, orfano a 9 anni, stimato amministratore di diverse grandi industrie tessili, combattente volontario sulla linea del Piave, nipote di Luigi Radaelli, editore della celebre edizione "quarantana" de "I Promessi Sposi" compare perciò accanto alla moglie nel doppio ritratto dove i due coniugi sono rappresentati in posa naturale e in atteggiamento affettuoso, con lo sguardo rivolto allo spettatore, lei con la piccola stola di volpe al collo in voga in quegli anni, sullo sfondo di un paesaggio montano sommariamente descritto. Personaggi e paesaggio sono accomunati dalla scelta cromatica sobria e dalla luce diffusa che permea il quadro.