Lydia Rosetti (1906-1919) che muore di meningite a 13 anni, ovviamente non beneficia in maniera diretta l'Ospedale Maggiore. La madre, Maria Teresa Quest Rosetti (1879-1953) dispone un cospicuo lascito testamentario in favore dell'Ospedale Maggiore, 1 milione di lire e un piccolo terreno, chiedendo, anziché il proprio, il ritratto commemorativo della figlia. La commissione viene affidata ad Umberto Vittorini, che consegna il dipinto ultimato, senza presentare il più volte sollecitato bozzetto preparatorio, solo nel novembre 1956, quando è già stato dichiarato decaduto dall'impegno. L'incarico viene allora trasferito ad Alberto Salietti, che esegue un'opera moderna, ritraendo la ragazzina, dal bel viso incorniciato dal caschetto di capelli, in un abito rosso su cui insiste molto con giochi chiaroscurali, in una simpatica posa adolescenziale, in un ambiente molto colorato e vivace. Il formato ovale, inconsueto nei dipinti commissionati per la Quadreria, viene scelto scelto dall'artista per formare un "pendant" e creare un legame anche simbolico con il ritratto ottocentesco di forma analoga, che raffigura la nonna di Lydia, Adele Moneta Quest, pervenuto alla Ca' Granda sempre con l'eredità di Maria Teresa Quest Rosetti.