Ritratto di Maria Biraghi

Maria Biraghi fu per molti anni governante presso l'awocato Romolo Quaglino, il quale la lasciò usufruttuaria del vasto patrimonio donato all'Ospedale Maggiore di Milano. Nel 1939 la donna ridusse la cifra destinata al suo mantenimento in favore dell'Ospedale che, pertanto, il 29 settembre deliberò di farne eseguire il ritratto. Nell'ottobre seguente venne incaricato dell'esecuzione del ritratto il pittore Gianni Maimeri, per esplicito desiderio della benefattrice. L'opera, terminata nell'agosto 1940, venne approvata dalla Commissione Artistica l'anno successivo.
Il dipinto, eseguito dal vero, rappresenta, con una pittura solida e molto sfumata nelle tonalità calde, la minuta figura della benefattrice in un salotto della casa milanese di proprietà del consorte, dove già lo stesso Maimeri aveva ambientato il ritratto di Romolo Quaglino pure eseguito per la Quadreria dell'Ospedale. L'interesse dell'artista si concentra sulla fisionomia della donna, di cui è resa con efficacia la caratterizzazione psicologica.