Ritratto di Maurilio Salvoni

Maurilio Salvoni (1879-1933), figlio del Provveditore agli Studi di Roma Antonio, si laurea in Chimica a Roma, in Scienze Naturali a Pavia e in Magistero a Milano nel 1909. Questi ultimi erano gli studi che più lo interessavano, perché da quel momento si dedica a tempo pieno all' attività di educatore, dirigendo secondo moderni criteri pedagogici scuole elementari e materne. Svolge la sua prima attività di maestro innovatore nella scuola privata che la madre, insegnante a sua volta, aveva allestito in Via Manzoni, poi diffonde i suoi concetti anche in numerosi scritti (che saranno poi raccolti da Giuseppe Lombardo Radice e apprezzati da numerose personalità culturali del tempo), per fondare poi, con l'appoggio di persone del calibro del senatore Treccani, di Alberto Pirelli e del conte Giuseppe Visconti di Modrone, la sua "Scuola di educazione all'attività spontanea". Anticipatore di metodi più famosi, come quello di Maria Montessori, ha una visione sociale dell'insegnamento, rivolto soprattutto alle classi più disagiate. Nel suo testamento destina all'Ospedale Maggiore il piccolo immobile che possedeva a Loreto di Varese e una modesta rendita di titoli. La Ca' Granda commissiona il ritratto a Massimo Campigli. Si tratta di uno dei rari ritratti eseguiti dall'artista: pone il benefatttore di fronte allo spettatore, lo rappresenta con pochi tratti essenziali, quasi in assenza di ambientazione e lavorando il colore ottenendo effetti simili a una pittura muraria. Benché la qualità dell'opera fosse elevata e celebre il nome dell'artista, la famiglia non si esime e dal chiedere una modifica (il colore del vestito, che risulta troppo chiaro "per la serietà del defunto che vestiva abitualmente di nero") e dall'esprimere il modesto giudizio di "passabile" relativamente alla somiglianza fisionomica.