Michele Bernocchi (1862-1937) è figlio di Rodolfo, proprietario di una filanda di cotone a Castellanza (Varese), dove, appena sedicenne, va a lavorare con i due fratelli, Andrea e Antonio. Diventa uno dei dei più importanti industriali lombardi, specializzandosi nella produzione dei tessuti stampati in cotone insieme a altri due industriali di vaglia come De Angeli e Frua. Nei vari stabilimenti a Legnano, Nerviano e in diverse località del Varesotto arrivano a essere impiegati 5000 operai. Senatore del Regno d'Italia, oltre a rivestire il ruolo di presidente di altre importanti manifatture ed essere consigliere di amministrazione della Banca Popolare di Legnano, istituisce, sempre a Legnano, una scuola professionale. Dopo aver contribuito in modo determinante all'industrializzazione della provincia di Milano e di Varese, nella tenuta di Morghengo (Novara) acquistata all'età di settant'anni, quando decide di cambiare radicalmente settore di attività, cerca di applicare criteri industriali alla produzione agricola e all'allevamento di animali, soprattutto da pelliccia. Nel suo testamento destina un milione di lire proprio alla scuola da lui fondata, prevede donazioni per l'Ospedale di Legnano, per la Cassa di Previdenza degli operai e dei contadini delle sue aziende e anche per l'Ospedale Maggiore (250.000 lire). Su indicazione degli eredi la commissione del ritratto viene affidata a Giuseppe Amisani, che rappresenta il personaggio, all'aperto, in posa naturale al centro del quadro pieno di luce. L'ambientazione in una campagna lombarda in fase di aratura, con un lontano apparire di Alpi innevate, allude certamente all'ultima attività svolta da Bernocchi in favore di un'agricoltura moderna e competitiva, ma conferisce anche al ritratto vivacità, naturalezza e luminosità, consentendo all'artista di svincolarsi dai modelli tardoromantici che continuavano ad essergli richiesti dalla committenza.