Paolo Beretta (1870-1899), appartenente a una buona famiglia borghese, muore diciannovenne di nefrite mentre presta servizio come volontario in un reggimento di cavalleria. Per commemorarne la memoria, la madre Luigia Andina, insieme ai fratelli e alle sorelle di Paolo, dona all'Ospedale 150.000 lire per la costruzione di due nuovi padiglioni pediatrici da intitolare il figlio. Identificata la zona non lontano dagli edifici eretti grazie ai lasciti delle famiglie Litta e Ponti, vengono progettati dall'ingegner Emilio Speroni. La commissione del ritratto viene affidata a Riccardo Galli, già autore di un ritratto "di famiglia", su indicazione della madre, che approva, soddisfatta, anche questa seconda prova dell'artista. Riccardo Galli inizia con quest'opera la sua attività pluridecennale per la Quadreria, che il figlio Emilio "ricompenserà" donando alle Raccolte d'arte della Ca' Granda un bel ritratto a pastello della madre Mira Rossi Galli, che il padre aveva eseguito nel 1898. Per il ritratto di Beretta Galli "tiene d'occhio" quello di un altro cavalleggero, Alfonso Litta, eseguito per la Quadreria qualche anno prima da Giuseppe Barbaglia.