Pietro Avolvedo, nato nel 1859, in una famiglia di patrioti (il padre Francesco partecipa alla difesa della Repubblica di Venezia e della Repubblica Romana e viene anche arrestato dagli Austriaci, pochi giorni dopo la nascita del figlio, con l'accusa di collaborazionismo con i Piemontesi; il cognato della figlia è un fervente garibaldino) studia medicina e si laurea a Padova. Otorinolagoiatra, entra a lavorare all'Ospedale Maggiore, frequenta corsi di perfezionamento a Parigi e Londra, costituisce poi al Luogo Pio di Santa Corona, amministrato dalla Ca' Granda, il Reparto di Otorinolaringoiatria, in cui lavora per decenni con passione e competenza, dopo aver conseguito anche a Roma la libera docenza nella disciplina, ma rinunciando all'insegnamento universitario. Nel 1934, ormai ritiratosi dalla professione, nel testamento nomina erede di tutti i suoi beni la Ca' Granda, prevedendo un vitalizio per sé e per la moglie. La commissione del ritratto viene affidata ad Augusto Colombo, che realizza un'opera interessantissima dal punto di vista storico- descrittivo, rappresentando il primario, in uno spaccato di realtà quotidiana, al lavoro nella crociera dell'Ospedale dagli alti finestroni, accanto al letto di un paziente, con una delle suore-infermiere che gli porge la lampada a specchio frontale e un diapason, e dal punto di vista stilistico mostra la sua fase di "italica" e personalissima adesione al realismo socialista.