Pietro Moscati (1739-1824) è un'importante figura di medico, ricercatore e uomo politico. Figlio di Bernardino, a sua volta medico della Ca' Granda, si laurea in giovane età a Pavia, svolgendo da subito con grande professionalità i numerosi incarichi di direttore medico dell'Ospedale che gli vengono affidati. Di chiare simpatie repubblicane, subisce anche nella carriera i contraccolpi della politica di Napoleone, di cui fa a tempo ad assistere al crollo e alla conseguente dissoluzione dell'Impero francese. Grande studioso di anatomia, di cui raccomandava lo studio diretto sui cadaveri e non semplicemente sui testi accademici, convinto fautore della necessità per gli infermieri di una formazione che non fosse solo "sul campo", ma anche teorica, attento già alle precauzioni igieniche da adottare in ospedale, sostenitore della trasmissibilità della sifilide, è un insigne specialista in ostetricia. Senatore del Regno d'Italia, ottiene diverse onorificenze, tra cui quelle di Gran Dignitario della Corona Ferrea e Grand'Aquila della Legion d'Onore. Si occupa di riorganizzazione sanitaria non solo in Italia, ma anche all'estero: a Vienna, per esempio, procede all'uniformazione dei regolamenti degli ospedali cittadini. A proprie spese fa adattare a specola il campanile della chiesa di San Giovanni in Conca, di cui oggi rimane solo la cripta in Piazza Missori a Milano. Nel testamento destina all'Ospedale un lascito economico e i suoi strumenti. Dona la biblioteca al Regio Istituto di Arti e Scienze. L'esecuzione del ritratto viene affidata a Giuseppe Sogni, cremonese, anche abile frescante, che avrà una lunga collaborazione con l'Ospedale: questo è il suo primo ritratto per la Quadreria. Il benefattore è ripreso col volto rivolto all'osservatore, nell'atto di scrivere probabilmente il testamento, secondo un'iconografia classica, con ben in vista le decorazioni e le onorificenze napoleoniche (si distingue quella della Corona ferrea); sullo sfondo due libri (sono di consultazione, non decorativi, uno ha addirittura il segnalibro), un forcipe e un'altra apparecchiatura, forse correlata alle sue ricerche di chimica dei gas. L'iscrizione che titola e data il quadro "anticipa" di un anno la morte del conte: il 1823 è in realtà l'anno della stesura del testamento.
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