Pietro Turati (morto nel 1890), Prefetto del Regno d'Italia, nomina eredi gli eventuali discendenti dell'unico figlio Filippo. In caso non ne fossero nati, dispone che l'eredità di 55.000 lire sia devoluta a un Ente assistenziale. Nel 1932, quando muore Filippo Turati, perviene in maniera anonima questo lascito all'Ospedale Maggiore, insieme a una fotografia di Pietro per l'esecuzione del ritratto, che è commissionato a Gino Moro, allora giovane artista, che ha poi un lungo percorso pittorico attraverso l'arte del Novecento, che lo porta anche a spaziare in generi diversi.