Silvana Pizzi non beneficia direttamente l'Ospedale Maggiore. Il padre Amilcare, famoso stampatore, dedica alla sua unica figlia, intelligente, e piena di interessi artistici e culturali, morta giovanissima dopo una lunga malattia, durante la seconda guerra mondiale (dopo che i bombardamenti avevano anche gravemente danneggiato la tipografia) una Collana di libri d'arte: la intitola alla figlia (la "Silvana editoriale" è attiva ancora oggi) e offre in dono alla Ca' Granda, in ricordo della ragazza, un volume della Collana: "Le Raccolte d'arte dell'Ospedale Maggiore di Milano" . Fa pervenire inoltre in dono per la Quadreria Ospedaliera il ritratto della giovane, fatto eseguire dalla famiglia Pizzi probabilmente negli anni immediatamente successivi alla fine della guerra. Attilio Melo ci trasmette l'immagine sorridente, serena e spensierata di una creatura nel fiore degli anni, piena di progetti per il futuro. Si tratta di un quadro struggente, evocativo, che richiama un passato breve, in cui, per chi è rimasto, ogni ricordo di felicità è stato cancellato dal tragico destino della ragazza.