Ritratto di Silvio Ballerio

Silvio Ballerio (1856-1938), militare di carriera, arruolatosi nell'esercito quando non ha ancora vent'anni, appartiene a una famiglia che ha molti legami con l'Ospedale Maggiore: il nonno Giovanni, patriota durante le Cinque Giornate, ne fu uno dei medici; il fratello Enrico e la cognata Caterina Guglielomini ne sono benefattori, avendo destinato una cospicua doonazione in memoria del figlio dott. Giovanni, anche lui medico della Ca' Granda, tenente medico nella prima guerra mondiale e morto sul fronte di Gorizia. Silvio Ballerio dona in vita all'Ospedale la somma di trentamila lire in titoli e l'arredamento della sua villetta di Desio, riservandosi l'usufrutto. Nel testamento nomina poi erede universale la Ca' Granda, chiedendo che provvedesse degnamente alla figlia Enrichetta, l'unica sopravvissuta della famiglia Ballerio. La commissione del ritratto viene affidata a Pietro Cortelezzi, che esegue un'opera che non si discosta dall'iconografia della foto del benefattore, usata come modello. Identici la posa e l'abbigliamento, unica differenza l'aggiunta nel quadro delle decorazioni sulla divisa. Il dipinto viene inserito nelle Raccolte Ospedaliere "pur constatando la mancanza di una vera ispirazione artistica". Anche i colori, piuttosto gessosi, richiamano maggiormente la tecnica dell'affresco che la pittura a olio, D'altra parte Cortelezzi era soprattutto un frescante e a lui si devono scene con soggetti sacri in diverse chiese milanesi e lombarde.