Telesfora Baldovino non beneficia direttamente l'Ospedale Maggiore. Il ragioniere Emilio Tacchini (1896-1981), che era stato dipendente della Ca' Granda, nel testamento nomina eredi del suo patrimonio la seconda moglie, Cesarina Daffonchio, e il nipote Giuseppe Tacchini. All'Ospedale destina una somma di 25 milioni, chiedendo, anziché il proprio, il ritratto commemorativo della prima moglie, Telesfora Baldovino. La commissione viene affidata ad Aldo Salvatori, che declina l'incarico in favore di Trento Longaretti. Nel dipinto, che appartiene alla tarda maturità dell'artista, confluiscono tutte le esperienze dei diversi generi artistici da lui sperimentati nel corso della sua vasta attività, anche la pittura ad affresco e il mosaico. La figura, presentata frontalmente, ha volumi forti, un viso espressivo aperto in un sorriso; i contrasti cromatici sono accentuati, ma gradevoli; il pennello quasi graffia, con righe nervose e incisive, lo sfondo a a sinistra.