Teresa Garbagnati (1857-1928), figlia di un negoziante milanese, sposa in giovane età il tipografo-editore Benedetto Junck, di origine alsaziana. Sono entrambi benestanti, colti, appassionati di arte e letteratura. Benedetto è anche un bravo musicista, il fratello Enrico, pittore, frequenta gli atelier degli artisti di Parigi. Ben presto casa Junk in Via Manzoni diventa il salotto buono dove si incontrano le figure più rappresentative della cultura milanese del momento, da Tranquillo Cremona a Giuseppe Giacosa, da Camillo e Arrigo Boito a Giacomo Puccini. Quando resta vedova Teresa Garbagnati si dedica alle opere di beneficenza e nel suo testamento destina tutto il suo patrimonio, oltre tre milioni di lire, all'Ospedale Maggiore, prevedendo molti importanti legati per opere assistenziali e benefiche (Istituto dei Ciechi, Opera di Prevenzione Antitubercolare infantile di Olgiate Olona, Asilo Mariuccia, Fanciullezza Abbandonata). Non dimentica le istituzioni culturali: il Conservatorio di Milano dove istituisce una borsa di studio intitolata al marito, l'Accademia di Brera con un'altra borsa di studio intestata la cognato; lascia la sua preziosa collezione d'arte alla Galleria d'Arte Moderna di Milano e al Museo del Teatro alla Scala. La commissione del ritratto è affidata a Guido Tallone, figlio del più celebre Cesare. L'artista usa come modello una fotografia (e lo dichiara sul retro tela): non si sa se si tratti di una foto della benefattrice o della foto di un suo ritratto di autore ignoto conservata ancora nell'Archivio Ospedaliero, che la ritrae seduta di tre quarti con un mazzo di fiori in mano: di fatto la posa, l'espressione del viso, la pettinatura e il vestito sono assai simili nei due dipinti.
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