Ritratto di Teresa Sommaruga Macchi

Teresa Sommaruga (1861-1933) non beneficia direttamente l'Ospedale Maggiore. La figlia Luigia Macchi (1883-1993), nel testamento in cui nomina erede l'Ospedale Maggiore di una somma pari a 26 milioni di lire (una porzione di stabile in Via Lecco e molti titoli) chiede il mantenimento della Cappella Funeraria di famiglia nel Famedio del Cimitero Monumentale e che, al posto del proprio, vengano eseguiti i ritratti commemorativi del padre Cesare e del nonno materno Pietro Sommaruga, mentre dona alla Ca' Granda il ritratto "di famiglia" della madre, opera di Giuseppe Palanti. Teresa aveva sposato Cesare Macchi, socio fondatore della prima industria siderurgica milanese "Macchi&Passoni" in via Farini; rimasta vedova in giovane età con quattro figli a carico, prende il posto del marito in azienda e la conduce come una vera capitana d'industria, meritandosi addirittura - lei, una donna - il "Gran Premio per l'Industria" all'Esposizione Internazionale di Milano nel 1906. Luigia, nubile, dopo aver ricevuto un'ottima educazione, riconosce di aver potuto condurre un'esistenza agiata, tra viaggi e una brillante vita di società, grazie all'impegno lavorativo del nonno, del padre e della madre. Il quadro di Palanti, che si inserisce nello stile della ritrattistica lombarda di fine Ottocento, è un ritratto ambientato, con una descrizione minuziosa dei tratti del viso dell' effigiata, due tocchi di colore - la copertina rossa del libro sulle ginocchia e la lunga sciarpa bianca che tocca terra - nella cromia generale spenta, e una cartella di lavoro appoggiata al comò, allusiva al lavoro in azienda da lei condotto dopo la prematura morte del marito.