Vitaliano Borromeo (1720-1793) è figlio della duchessa Clelia Grillo e di Giovanni Borromeo, Grande di Spagna e Generale della Milizia. Clelia Grillo è donna di grandissima cultura, appassionata di arti, scienze, religione, animatrice di un salotto milanese frequentato da nemici di Maria Teresa d'Austria e fautori del ritorno del governo spagnolo, frequentazioni che saranno causa del "confino" della nobildonna nella sua tenuta di Sedriano (Milano). Vitaliano riceve la porpora nel 1766 dopo aver eseguito la carriera diplomatica come nunzio apostolico prima a Firenze e poi a Vienna. Rimasto legato a Roma, nel testamento nomina erede dei suoi beni l'Istituto delle Povere Figlie delle scuole della Divina Carità (ma in subordine l'Ospedale Maggiore di Milano se il Luogo Pio romano non avesse adempiuto a certe sue richieste), prevedendo però per l'Ospedale milanese un cospicuo legato immediato. Il ritratto viene affidato a Giovanni Battista Perabò, che esegue sette ritratti per la Quadreria Ospedaliera e che dà, in un bel dipinto dai colori caldi, un'accurata raffigurazione dell'influente personaggio da cui traspaiono le nobili origini e l'importanza dei suoi incarichi.