Tutto il Museo ospita testimonianze relative all’attività di Giuseppe Verdi: in prima sala il busto di Vincenzo Gemito. Nella sala otto invece il manoscritto in copia anastatica del suo Requiem, oltre a numerosi cimeli. E in una vetrina verticale prima di entrare nella sala la maschera funeraria, una ciocca di capelli, il calco della mano destra del Maestro, la cartella-scrittoio con calamaio, penne, portaposta, mazzo di carte e dizionario francese-italiano: tutti oggetti trovati nella camera dell'Hotel et de Milan alla morte di Verdi. Nell’ultima fase della sua vita Verdi infatti dimorò e morì al Grand Hotel et de Milan. Dopo la prima rappresentazione assoluta dell’opera Otello, Verdi e Tamagno (il primo interprete del ruolo del protagonista) si affacciarono al balcone della camera del compositore e il cantante, come fuori programma, intonò alcuni brani dell’opera. Durante l’agonia del Maestro via Manzoni, in corrispondenza dell’Hotel, venne cosparsa di paglia per attutire il rumore provocato dal passaggio delle carrozze. Ancora oggi la camera dove Verdi visse e morì conserva tutto il mobilio originale dell’epoca, compresa la scrivania su cui ha composto le sue ultime opere.