Siamo nel 1842. Dopo l’insuccesso di Un giorno di regno, l’impresario Merelli acconsente a mandare comunque in scena la nuova opera del
giovane Verdi.
Si tratta di uno spartito di argomento biblico, su libretto di Temistocle Solera: Nabucodonosor, ben presto abbreviato in Nabucco.
Merelli prende tutte le precauzioni per far sì che il temuto insuccesso abbia una ripercussione minima
sulla sua attività: le scene vengono riciclate da precedenti allestimenti, e soprattutto l’opera è l’ultima della stagione di Carnevale e Quaresima. Quindi, strategicamente, la meno importante.
E invece l’opera ha subito un successo straordinario e incontestato, tanto da venire investita in seguito di tutta una serie di significati (legati al Risorgimento) che invece, secondo i
più recenti orientamenti della critica, le sono totalmente estranei.
Ripresa nella stagione successiva, l’opera ha goduto di grande successo a Vienna e in seguito sui più importanti palcoscenici europei.