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Pubblicazioni, Oggetto 100

Lonzi Marta[1978] - 2003

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Presente copertina del volume di Marta Lonzi, Rapporto reale e rapporto sublimato con l'oggetto, Prototipi; bozze parziali di Carla Lonzi, Anna Jaquinta, Del riconoscimento, Prototipi; bozze parziali di Maria Delfino, Anna Jaquinta, Carla Lonzi, Marta Lonzi, Dello scrivere, Prototipi; Negri-Scalzone: progetto del libro sul confronto tra le Brigate rosse e Rivolta femminile (con ritagli stampa e lettere di Renata [Gessner] a Marta Lonzi).

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  • Titolo: Pubblicazioni, Oggetto 100
  • Creatore: Lonzi Marta
  • Data di creazione: [1978] - 2003
  • Trascrizione:
    UNA MOGLIE PER MANDELA conda guerra mondiale, la comunità internazionale ha creato istituzioni e stabilito regole di funziona- mento per evitare che quegli orrori si ripetessero. Ma siamo arrivati a un punto in cui, pur avendo delle re- gole molto sofisticate, non siamo in grado di impedi- re la sofferenza umana. Non c'è un meccanismo ra- pido ed efficiente per fermare ciò che avviene nel Kosovo, per esempio. E rimaniamo perplessi del fal to che non ci sia un meccanismo per evitarlo Ma è che non vogliamo che esista quel meccani- «La causa è da ricercare piuttosto nelle relazioni internazionali, costituite sulla base del rispetto tra gli Stati, dei collegamenti tra gli uni e gli altri. I nuclei di potere che controllano il mondo, economicamente e politicamente, ci legano le mani e condizionano le relazioni tra i paesi. E stiamo vedendo che la globa lizzazione non è la soluzione. Qualcosa non funzio- na, qualcosa va storto. La questione non è riformare smo le Nazioni Unite; la riforma che occorre è più vasta. Occorre troncare i rapporti e gli interessi internazio- nali che impediscono ai paesi di muoversi. Perché l'Onu che abbiamo è quella voluta dai suoi membri Gli africani non vogliono la carità. Occorre smettere di pensare in termini di aiuti pensare in termini di solidarietà internazionale. Il concetto di aiuto umanitario è come parlare di ricchi e di poveri. L'Africa sta tentando di affermarsi nella comunità delle nazioni con maggiore dignità, see possibile dirlo in questi termini. Dopo il periodo co- loniale, che ci ha dato una soluzione politica, ci ri mane da risolvere la questione economica, occorre Stabilire delle relazioni economiche di interscambio. È arrivata l'ora della cooperazione tra upalio Come può realizzare ciò un continente con i problemi dell'Africa? L'Africa deve, innanzitutto, sviluppare un con- cetto di unità. Non avrà mai opportunità da quel tipo di cooperazione se ogni paese continuerà a funziona- re per conto suo. Non è un caso che l'Europa si sia unita. Anche noi africani dobbiamo farlo E il presidente Mandela e la testa visibile di questa idea. «Si, e la testa visibile, ma non è l'unica. Ci sono molti leader nuovi in Africa Una giornalista sudafricana ha scritto che il Un esempio per tutte le giovani coppie sudafricane rapporto di coppia tra Mandela e lei sta diventan- do un esempio per i rapporti tra le giovani coppie in Sudafrica. (Ride) Senza dubbio. Devo dire che lo facciamo naturalmente, non per dare l'esempio. Abbiamo un rapporto profondo tra di noi, con una grande libertà e una relativa indipendenza. Io sono una persona con interessi propri e, a questo punto, non li avrei lasciati... È una cosa che non avrebbe funzionato E lui questo lo capisce, come dev'essere il nostro rapporto. È per questo che io continuo a vivere in Mozambico e lui in Sudafrica. Stiamo insieme quando possiamo Com'era lei quando dal Mozambico andò a stu- diare a Lisbona? «Venivo da una famiglia povera e mi era chiaro che se avessi voluto essere qualcosa nel mio paese. en importante studiare. Ricevetti una borsa di studio Graca Machel con il marito, Nelson Mandela e un gruppo di ragazzi sudafricani, a fianco, un'altra immagine della coppia; a sinistra, Graca in compagnia di un'amica. Dopo il matrimonio, Graca continua a vivere in Mozambico e andai in Portogallo con un certo timore. Ma avevo una forte volontà e per fortuna a Lisbona c'erano al- tri studenti delle altre colonie: Angola, Capo Verde e istintivamente ci organizzammo. lo contattavo tutti, l'informazione clandestina arrivava rapidamente, el si sono aperti i miei orizzonti e ho cominciato ad avere un rapporto con il Frelimo (Fronte di Libera zione del Mozambico). Nelle vacanze andavo a lavo- rare a Londra, pulivo delle stanze. E l imparai l'in- glese ed entrai in contatto con molte persone dei co- mitati di appoggio ai movimenti di liberazione. Poi mi legal a una cellula clandestina del Frelimo che stava ad Algeri. In quel periodo realizza il mio so- gno di studiare e capii l'oppressione cui veniva sot- toposto il mio popolo, Econobbe Samora Machel. *L'avevo conosciuto in Mozambico. Usciva con la sorella di una mia amica, lo ero allora molto piccola. Ma è stato più tardi che tutto è cominciato, in Tanza- nia. Allora Samora era vedovo e io stavo facendo un addestramento. Poi entrai in Mozambico dal Nords. E divento guerrigliera.
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  • Note: Presente uno scritto con segnatura Vodoz A10/6.
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