Loading

Pubblicazioni, Oggetto 103

Lonzi Marta[1978] - 2003

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italy

Presente copertina del volume di Marta Lonzi, Rapporto reale e rapporto sublimato con l'oggetto, Prototipi; bozze parziali di Carla Lonzi, Anna Jaquinta, Del riconoscimento, Prototipi; bozze parziali di Maria Delfino, Anna Jaquinta, Carla Lonzi, Marta Lonzi, Dello scrivere, Prototipi; Negri-Scalzone: progetto del libro sul confronto tra le Brigate rosse e Rivolta femminile (con ritagli stampa e lettere di Renata [Gessner] a Marta Lonzi).

Show lessRead more
  • Title: Pubblicazioni, Oggetto 103
  • Creator: Lonzi Marta
  • Date Created: [1978] - 2003
  • Transcript:
    UNA MOGLIE PER MANDELA Mandela è la sua capacità di perdonare, la sua mancanza di risentimento. Ha trascorso tanti an- ni in carcere, ha sofferto tanto e quando è uscito si è trasformato nel riconciliatore. «È qualcosa che nemmeno lui riesce a spiegare. Dice spesso che in prigione ha avuto molto tempo per pensare, ma io credo che non è tanto il fatto di avere del tempo per pensare quanto il fatto di averlo per riconciliarsi con se stessi e pensare come deve fare per salvare molte vite, per salvare il paese, evi- tare il caos e il bagno di sangue. Quando lascia la prigione, lui non conta più, ma comincia a contare la responsabilità storica che è stato chiamato ad assu- mersi: quella degli oppressi che liberano i propri op- pressori. Perché l'oppresso apre le porte della pro- pria dignità, offre dignità a chi gliela tolta. È così». E per questo bisogna aver sofferto molto. «Acutizza la sensibilità per capire; Mandela capì per via del sistema dal quale veniva fuori. Seppe che doveva farlo e lo fece. E sapeva che era lui per- sonalmente a doverlo fare, non un movimento, per- ché allora Madiba era già un simbolo. E ha svolto il ruolo che gli era stato chiesto, quello di calmare e di educare i giovani affinché capissero che non c'era un'altra strada oltre alla riconciliazione. Lui raccon- ta sempre di essersi trovato in uno stadio pieno di gente giovane che chiedeva vendetta per i tanti mas- sacri e di essere stato fischiato quando si alzò a par- lare di riconciliazione. I giovani non erano d'accor- do, e dovette ripetere quattro volte quello che dove- va dire, finché riuscì a farsi sentire. Il fatto è che so- lo lui poteva riuscirci per il rispetto che gli portava- no, per la sua statura politica e umana. La riconci- liazione è stata un processo e Madiba, a partire da un certo punto, seppe di essere lui quello che dove- va guidarla>>. È stata raggiunta la riconciliazione? «Qualcuno pensa che non sia stata conseguita nelle due direzioni, che i neri abbiano dato tutto e che i bianchi non stiano dando abbastanza. Credo che esi- stano alcuni nuclei della comunità bianca che resi- stono, che hanno il controllo economico. Perché il controllo politico è già stato bilanciato, ma non così quello economico. Ci sono certi settori che ancora indugiano». Ho letto che Mandela sapeva molto poco delle donne dopo essere stato tanti anni in carcere e che A destra, Samora Machel, leader dell' indipendenza del Mozambico e primo marito di Graca. La sua morte, in un incidente, rimase avvolta nel mistero; in basso, Winnie, la prima moglie di Mandela lei gli sta insegnando come trattarle. (Ride) Questo non lo so. Io so che un rapporto tra di noi non poteva che essere tra uguali, non avrebbe potuto essere diversamente». Vuole dire che lui l'accettò così? «Non soltanto l'accettò, il fatto è che lo sapeva già. Madiba non si trovava in una situazione in cui avesse bisogno di una donna da portare a braccetto tutto il giorno. Quel tempo era passato. Se una donna è oppressa, non va bene. Madiba lo sa e non desidera niente di diverso, Vi siete sposati influenzati dal vescovo De- smond Tutu che ha chiesto il matrimonio pubbli- camente? (Ride) «È divertente. La prima cosa da dire è che entrambi rappresentiamo la società, le norme di con- vivenza sociali e che sarebbe stato difficile e LA PARABOLA DI WINNIE CROLLO DI UN SIMBOLO DELLA LOTTA ALL'APARTHEID Nelson Mandela si era sposato una prima volta con Evelyn. Testimone di Geova, Evelyn cercò più volte di convertirlo ma la sua fede, che predicava la sottomissione e la passività, non si addiceva al fiero leader dei neri sudafricani. Con Winnie Mandikizela le cose andarono, dapprima, molto meglio. Durante i 27 anni di prigionia che Nelson fu costretto a subire dal regime segregazionista di Pretoria Winnie divenne un simbolo. Purtroppo con il successo arrivarono i primi abusi sia dal punto di vista politico (una propensione per la violenza che mal si accorda con il pacificatore Nelson) che da quello privato (amore per il lusso e il denaro che la portano a proporre, subito sconfessata dal marito, di registrare il nome di Mandela per incassare royalty). Poi, due anni dopo la liberazione Nelson chiese il divorzio da quella moglie ormai impresentabile. Non ci sarebbe stata riconciliazione senza Nelson 74
    Hide TranscriptShow Transcript
  • Notes: Presente uno scritto con segnatura Vodoz A10/6.
La Galleria Nazionale

Get the app

Explore museums and play with Art Transfer, Pocket Galleries, Art Selfie, and more

Home
Discover
Play
Nearby
Favorites