BRIGATE ROSSE/SEGUE
si travestono da baroni o viceversa).
case editrici, partitini, eccetera.
L'essenziale è che questi «perso-
naggi, mentre vengono concreta
mente inseriti all'interno di circuiti
funzionali alla riproduzione del mo-
do di produzione capitalistico e ade.
guatamente retribuiti per placare le
* inquietudini della loro coscienza,
sono anche messi in grado di orga-
nizzare intorno a sé piccole cliente.
le. Alle consorterie del potere bor.
ghese si affiancano così quelle della
piccola borghesia intellettuale e tut.
te e due insieme costano pur sempre
meno, alla borghesia imperialista, di
una comunque impossibile integra-
zione di interi strati sociali.
Negli ultimi anni questa tecnica,
assai sperimentata negli Usa, ha ri.
cevuto una discreta applicazione an-
che nel nostro paese e chi non si
lascia affascinare dalla magia dei
paroloni troverà nella cronaca di
tutti i giorni le conferme che vuole.
La storia di un documento, attri-
buito in coro alle Brigate rosse, tan
to dai mass media del regime che
dai giornalini cooptati, e in partico-
lare al signorino Valerio Morucci e
alla signorina Adriana Faranda, fa
testo in proposito
Noi non sappiamo chi siano per-
sonalmente questi gentiluomini, ma
basandoci sulle loro carte e sui loro
comportamenti possiamo tranquilla-
mente affermare che si tratta di neo-
fiti della controguerriglia psicologi-
ca, poveri mentecatti utilizzati dalla
controrivoluzione. E, francamente
parlando, il tentativo operato da cer.
ti «consulenti della controguerri.
glia >>, come i giornalisti Carlo Rivol
ta, Mario Scialoia ed Enrico Deaglio,
di travestirli da brigatisti per accre-
ditare una « scissione », più che ila-
rità, ci suscita un gran schifo.
uno scritto, che sicuramente provie-
ne dai settori più stupidi e disinfor-
mati della controrivoluzione.
nelle vostre manovre.
Suvvia signori, un po' di serietà
Come potete pretendere da noi
o una amnistia ?
Siamo solo all'inizio della guerra
e già mendicate una tregua?
Andiamo, questi pateracchi alla
democristiana vanno bene tra An-
dreotti e Berlinguer e tra Craxi e
Piperno, ma noi non siamo proprio
disposti a concedervi la grazia. Un
colpo di grazia magari si... tanto per
non deludere le vostre segrete cer-
tezze!
Non sappiamo se per queste « con-
sulenze » essi siano stati ben retri-
buiti dai loro padroni, ma abbiamo
la certezza che Rivolta, Scialoia e
Deaglio abbiano un'idea assai vaga
dell'epoca in cui vivono; epoca in
cui più che denaro da certe opera-
zioni » c'è da guadagnarsi una buona
razione di piombo, come del resto è
già capitato al loro socio in loschi af.
fari Casalegno. E una minaccia? No,
no, per carità, solo una constata.
zione.
Se interveniamo nella sarabanda,
orchestrata dai « consulenti con la
collaborazione dei «neofiti e musi.
cata nell'area della grande fami-
glia » socialista, è solo perché incau-
tamente siamo stati, per così dire,
chiamati in scena.
Qualche parola dobbiamo invece
facciamo con l'intento di dialettiz.
spenderla sul documento. E non lo
zarci con quel pattume ideologi.
co, con quel discorso sgangherato,
raccattato qua e là tra i sacri testi
di qualche professore universitario
in cerca di «emozioni violente: tut.
to ciò non ci appartiene, anzi, ci
repelle. E se qualcuno non ci crede
ha solo da sfogliare le nostre dichia.
razioni ai processi che, se non sod.
disfano i gusti letterari delle mafie
accademiche dell'ultra sinistra, han.
I « capi storici -o i « bracci > dei
tempi eroici, come più aggrada - si
gran voce ieri ci è stato chiesto di no tuttavia il pregio della chiarezza.
propagandistica imbastita su questo
documento, carognescamente attri.
buito alla nostra organizzazione, può
far sentire la nostra parola sulla
questione dell'amnistia. Oggi si pre-
tende nientemeno che un avallo a
PANORAMA - 20 AGOSTO 1979
Il giudice Caselli: «Non illudiamoci»
«M 1. semeberatus documento amole
to meditato, in cui è evidente
lo sforzo di proiettare all'esterno un'
immagine monolitica dell'organizza-
zione. Di apparire tutti uniti
Sono impressioni a caldo, alla let-
tura del documento dell'Asinara, di
un esperto della storia della lotta ar
mata in Italia, Giancarlo Caselli, il
magistrato di Torino che ha istruito
il processo contro il nucleo storico
delle Brigate rosse. A Caselli Panora.
na ha chiesto di formulare delle ipo.
tesi sugli effetti che il documento
produrrà nell'area della lotta armata.
Domanda. Nello scontro tra i mo-
vimentisti e gli stalinisti si at
tendeva la scelta di campo dei capi
storici incarcerati..
Risposta. Ed ecco che, puntuale,
dall'Asinara è uscito il documento, un
messaggio in linea con tutta la storia
di questo gruppo di soci fondatori, di
signori della guerra.
D. In che senso?
R.
cuse
Il documento risponde alle ac-
dei dissenzienti..
D. Cioè del gruppo di Valerio Mo-
rucci e Adriana Faranda che aveva-
no accusato l'organizzazione di essere
diventata prigioniera del suo ruolo
stratesi, di essere cioè un nucleo d'ac.
ciaio che ha un rapporto di direzione
e di egemonia sull'universo della lot
ta armata e che è quindi sempre più
staccato dalla realtà del paese e mos
so più da logiche interne che dalla
preoccupazione tipica del passato di
allargare la fascia di consensi attra.
verso obiettivi e azioni esemplari ,
La grande speranza dei dissenzienti
era quella di ottenere la legittimazio
ne dei capi storici per quanto era
successo dopo il loro arresto, cioè
dopo il '76.
D. Ossia l'anno della grande avan.
zata del Pci, ma anche l'anno dello
micidio del procuratore generale di
Genova Francesco Coco, vittima di
una vendetta (si era opposto alla
scarcerazione dei brigatisti durante il
rapimento di Mario Sossi) senza al
cuna logica politica?
R. Di certo è l'anno in cui le Br
subiscono una profonda mutazione ge
netica,
D. Ma l'appello è caduto nel vuo-
to. Curcio ha risposto togliendo
Morucci Faranda l'attributo di
*compagni» e chiamandoli sprezzan-
temente signorino e signorina
R. Certo la speranza dei dissenzien-
ti di tirare dalla loro parte il gruppo
storico detenuto e di metterlo con
tro la direzione strategica sembra an-
data delusa. I soci fondatori devono
aver avvertito subito la necessità pri.
maria di liquidare l'accentuarsi delle
lotte intestine. Un pericolo che, oltre.
tutto, minaccia anche la loro speran-
za di sopravvivere politicamente. Co
si fra le due posizioni il gruppo del
seminare incertezze nei settori del
movimento proletario di resistenza
offensiva di più recente formazione.
Interveniamo perché queste posi-
zioni non sono, né sono mai state,
delle Brigate rosse.
Interveniamo per ridere su quei
cervellini assai poco attrezzati che
hanno potuto concepire anche solo
la speranza di un nostro coinvolgi.
mento in una manovra cosi infantile
e scellerata. Interveniamo per di-
chiarare che non lasceremo alcuno
spazio alla provocazione del signori-
no Morucci e della signorina Faran-
da, ai disegni megalomani del baro-
diso Mancini, Signorile e Craxi,
che, sin dai tempi della Campagna
di primavera >>, tirano i fili di questa
squallida operazione.
Questi arnesi, sedicenti autonomi,
o liberal-gobettiani o craxo-socialisti
sono armi (spuntate) contro la guer-
riglia ed è ora che il movimento pro-
letario di resistenza offensiva se ne
sbarazzi con la massima chiarezza
e decisione. E tempo di farla finita
le « ambiguità », con l'ipocrisia dei
con chi mesta nella palude di tutte
sussurri. Il movimento rivoluziona-
letaria ha la forza e il coraggio di
rio deve capire che la sua anima pro-
chiamare merda la merda e comuni.
sta solo i comunisti. Altro che « com-
pagni che sbagliano!».
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