Dove sbaglia Toni Negri
di Giorgio Bocca
Nella sua analisi dei comportamenti
della stampa italiana nei confronti del
processo che lo riguarda, il professor
Toni Negri chiama in causa alcuni
giornalisti citandoli col loro nome e
cognome. A uno di questi, Giorgio
Bocca, che dalle pagine del settima-
nale L'Espresso e del quotidiano La
Repubblica ha seguito con particolare
attenzione il nascere e lo svilupparsi
dell'istruttoria Negri, Panorama ha
chiesto di rispondere,
nni fa, quando lavoravo alla
biografia di Togliatti, feci que-
sta scoperta, non trascendentale ma
essenziale: tutti i dirigenti comuni
sti che interrogavo sullo stalinismo
lo avevano scoperto solo quando
ne erano stati personalmente col-
piti. La regola resta di stretta at.
tualità: Toni Negri ha scoperto il
giornalismo italiano e si è interes.
sato ai suoi meccanismi solo quan.
do si è ritrovato sbattuto come mo-
stro sulle prime pagine; noi ci sia
mo interessati a fondo del terro-
rismo e dell'area rivoluzionaria so-
lo quando siamo diventati obietti.
vi da colpire.
Antonio Negri mi mette fra i po-
chissimi giornalisti cui dà la suf
ficienza. Se è vero che è uomo di
grande orgoglio intellettuale deve
essergli costato una certa fatica da-
to che io non sono mai stato te.
nero verso le sue idee e verso i
l'analisi che Negri fa della stampa
suoi atteggiamenti. Una parte del
italiana mi trova consenziente an-
che perché non potrei smentire me
stesso: sono le cose che vado scri.
vendo da anni.
La stampa è subalterna al siste
ma dei partiti anche perché ne è
in larga parte finanziata; il suo at.
tuale disinteresse per il sociale de
riva dalla subalternità, si evita la
realtà per evitare la critica a chi,
questa realtà, non riesce più a rap-
presentare e a governare; si creano
dei sistemi di comodo, basati sul
rimbalzo delle responsabilità, per
cui nessuno parla più in nome pro-
prio ma tutti per sentito dire; e co
si accade che si gestisca il processo
co quale quello contro la banda Ne.
gri, è necessario ma molto articola
to. La loro individuale responsabi-
lità può dunque essere chiamata al.
la prova ben più frequentemente di
quanto comunemente si creda.
Ma Bruto è un uomo d'onore! La
stampa e il mio processo, mi chie.
devate. Mi sembra di aver comin.
ciato a dimostrare che senza un
rapporto certo fra la stampa e il
tribunale, non solo questo processo
non sarebbe stato possibile ma nem-
meno la fattispecie criminale (sin-
tonia fra il pensiero degli imputati
e l'azione del terrorismo) sarebbe
diffamatorio o il processo indiziario
sempre sulle basi di voci o indiscre-
zioni.
La vetta di questo metodo è sta-
ta toccata quando si è parlato del
l'alibi di Nicotri vacillante o cadu-
to; sarebbe bastato fare una tele-
fonata al Mattino di Padova, a dei
colleghi, in certi casi a colleghi del.
la stessa azienda, per sapere che
l'alibi restava valido. Ha ancora ra-
gione Negri quando registra la sor
dità generale, la mancanza di ca-
pacità di indignazione.
In che cosa sbaglia Negri? Secon-
do me in due punti: nella rimozione
delle responsabilità sue e dei suoi
compagni e nella schematicità del-
l'analisi. I giornalisti come gli ope-
rai comunisti di cui parlava Gram-
sci sono degli uomini, non dei san-
ti o degli eroi. E questi uomini, fra
cui mi metto, per anni sono stati
oggetto della derisione, delle ingiu.
rie, delle minacce più o meno lar-
vate di Negri e dei suoi compagni.
Certo una persona che rispetti se
stesso e la sua professione deve ri
spettare la verità prima che i suoi
sentimenti; e questo è ciò che alcu.
ni di noi hanno cercato faticosa
mente di fare in questi anni. Ma la
massa, la media reagisce nei modi
naturali, massa, la media dei gior.
nalisti ha risposto con la diffiden-
za e l'antipatia a un movimento po-
litico che li trattava come spie o
servi, che gli sbatteva le porte in
faccia.
Eppure è la stessa stampa che
oggi, nel momento del bisogno, Ne-
gri e i suoi compagni guardano con
occhio diverso, distinguendo, collo-
quiando, ritrovando accenti sinceri
anche se rimane una certa arrogan.
za intellettuale, una certa puzza sot.
to il naso.
Il secondo errore di Negri è di
non tenere conto, di non capire che
la stampa rimane dalla parte di
questo sistema come è, di questa
democrazia come è perché ne co-
nosce i forti e numerosi difetti ma
anche i meriti e i vantaggi: Negri
e i suoi compagni avranno il nostro
pieno e incondizionato aiuto per
stata inventata. Detto questo, credo
tuttavia che spazi libertà nel mon-
do giornalistico esistano ancora. Deb.
bo dire che lo credo più perché ho
fiducia nelle persone e perché sento
che una cert'aria tira nel paese che
sulla base della mia esperienza di.
retta. Per esempio, sapeste che delu.
sione è la lettura dei quotidiani in
carcere! Qui, davvero, dentro i tem-
pi psicologici del carcerato che si
svolgono fra euforia e angoscia, fra
sarcasmo e abbandono, sempre in
attesa di qualcosa, il giornale avreb.
be la possibilità unica di trovare il
soggetto religiosamente disposto, co-
Il giornalista Giorgio Bocca
sfuggire alle false accuse e al si.
stema delle allusioni e dei sillogi-
smi. Ma perché vogliamo che que.
sta sia resti la regola del gioco,
nou ce-to per le alternative inesi.
stenti o liberticide, non certo per
lo squadrismo e il marinettismo che
in questi anni ci sono arrivati da
Padova e dintorni.
Antonio Negri dice di non aver
perso la fede nelle persone e nel
loro capacità di assumersi le
proprie responsabilità. Questa è la
dal carcere di Rebibbia. Si, e cosi,
ognuno di noi scopre il prossimo so-
lo quando ne è ferito o ne ha bi.
sogno; ma una volta fatta questa
decisiva e traumatica scoperta o
gnuno di noi deve restare persona
matura, raziocinante e direi di più,
generosa, comprensiva.
Questa forse è l'ora in cui il dia-
logo serio e comprensivo fra le per.
sone oneste di questo paese può es.
sere ripreso. E per questo che in-
tendo battermi per la difesa rigo
rosa di tutti i diritti di Negri e dei
suoi compagni; per questo che
sto fra coloro che pensano a una
soluzione politica della guerra civi.
le; è per questo che credo di es.
sermi meritata la sufficienza del
professor Negri. Con il quale sono
d'accordissimo su questo punto: il
processo, più presto possibile,
fuori dalle voci e dalle allusioni.
Fuori dalle scoperte dell'acqua cal-
da che troppi inquisitori vanno fa-
cendo di questi tempi.
me voleva Hegel, a una lettura che
sia come una preghiera quotidiana.
E invece! Se qui si è tagliati fuori
da quell'informazione minuta e con-
tinua che porta sulle cose che inte.
ressano la lotta di classe, le modi.
ficazioni reali e di massa dei com.
portamenti sociali risulta subito
che è vano tentare di ricavarla dai
giornali. Se li si aspetta con ansia,
non solo per leggervi le notizie che
ci riguardano direttamente ma so-
prattutto per il resto, per avere in-
formazioni, materiale sul quale pen-
sare, nutrimento perché in galera il
cervello non invecchi, tutto ciò è
>>>>
PANORAMA - 30 LUGLIO 1979 - VII
Hide TranscriptShow Transcript