BRIGATE ROSSE/SEGUE
to Comunista e Operaio, può sugge.
rire a chi ha un po' del virus dell'
ideologia e della mitologia cominter-
nista «radicato, malgrado tutto, nel
sangue ».
Però il senso di crescente estra-
neità rispetto a queste cose; la con.
sapevolezza della caduta di ogni loro
residua « necessità storica > mi ha
trattenuto dalla tentazione di infi-
larmi anch'io nel rituale che cono-
sciamo a memoria: questa storia mi-
noritaria di sette e di scomuniche
che ha accompagnato, avvelenando-
la, tanta parte della storia del mo-
vimento rivoluzionario. E cosi ho
pensato che è meglio tentare di por-
re dei problemi, invece che pronun.
ciare esorcismi.
Questa è una lettera aperta ». Vi
sto che ormai sembra che tutti ab-
biano capito che, nell'epoca dei
mass-media, non ci si può limitare
al ciclostilato in proprio. Una let-
tera aperta perché la materia che
tratta è, a giusto titolo, pubblica. E
poi perché so bene che se ti scrivessi
in privato quasi di certo non ti de-
gneresti neanche di accusare ricevu-
ta, sovranamente convinto di avere
a che fare con uno di quelli che il
Grande Fiume della Rivoluzione ab-
bandona come relitti sulla riva ». Let-
tera aperta a te, innanzitutto perché
le regole della società dello spet-
tacolo fanno di te, a torto o a ra-
gione, un simbolo. In secondo luo-
go, scrivo a te perché questa vuole
essere davvero una lettera, scritta a
titolo personale, che mi ritengo in
diritto e in dovere di rendere pub.
blica (cosa che peraltro voi stessi
sollecitate chiedendo ai « compagni
del Movimento di pronunciarsi) e
non un documento ». Io non cono-
sco di persona la gran parte degli
altri compagni firmatari (a parte un
fugace ricordo di Bertolazzi e di
Franceschini), mentre con te ci co-
nosciamo da sempre, anche se
sono passati ormai più di sette anni
dall'ultima volta che ci siamo visti,
ti ricordi?, incontrandoci a un pre-
sidio antifascista al Lorenteggio, a
Milano.
Formule plumbee
Ma veniamo alle cose che ho da
dire. Come è possibile che, al livello
attuale della composizione politi
ca » di classe; al grado di radicalità
raggiunta dal sistema dei bisogni, o
meglio, dai molteplici sistemi di bi-
sogni espressi con la presenza viva
dentro il corpo sociale di una ten-
denza comunista che si esprime ol-
tre il terreno dell'emancipazione, di
rettamente verso quello della libera.
zione; in una fase in cui la giornata
lavorativa non domina più tutto il
tempo sociale; in un'epoca in cui la
maturità del comunismo » mette
all'ordine del giorno il problema di
38 - PANORAMA - 27 AGOSTO 1979
retto dell'estinzione dello Stato, co-
m'è possibile, dico, pensare di calare
sulla realtà opache, plumbee formu.
le da socialismo reale », e in parti.
colare da processi di Mosca? Che
senso, che ragionevolezza, che fonda.
mento « scientifico », teorico ha il
riproporre allucinati « flash back >>
ingialliti dagherrotipi degli anni
30? E, guarda, non è frivolezza « mo-
dernista quella che presiede a que-
sta osservazione.
e
Ma già, voi vi ritenete gli eredi di
tutta l'esperienza storica del pro-
letariato e cioè del socialismo rea-
le, e allora andate a ripescare tutta
la « vulgata >> del marxismo al po.
tere , volete rianimare il «cane
morto più decomposto di tutti, e
su questa base riesumate l'incubo
dei peggiori rituali. Ma non vi dice
niente (e si che so quanta intelli.
gente generosità, quanta «motiva.
zione rivoluzionaria » c'è in te e in
compagni come te), non vi dà da
pensare l'ininterrotta, lineare conti.
nuità che corre tra le vostre formu-
le e la storia del gruppo dirigente del
Pci? Non vi sfiora nemmeno il dub.
bio che stiate riesumando dall'im-
mondezzaio dei rifiuti della teoria ri.
voluzionaria gli stessi anatemi che
i «berlingueriani», come li chiamate
voi, vomitano da anni su ogni espres.
sione significativa del movimento
della sovversione sociale, gli stessi
che i loro predecessori hanno sem
pre rovesciato in special modo con-
tro l'opposizione di sinistra? Le cose
che, tanto per restare all'Italia e ai
casi più noti, hanno vomitato ad-
dosso a Bordiga, a Terracini, a Tres-
so, Ravazzoli, Acquaviva?
Possibile che non vi venga il dub
bio che bisogna, marxianamente, an-
dare « alla radice delle cose », e che
forse il Movimento Operaio e Co-
munista storico ha sotterrato il
senso vivo della critica marxiana, il
suo carattere di teoria radicale del-
la prassi di liberazione? Come po-
tete, in nome di una « ortodossia >>
che tra l'altro è pura falsificazione
e riduzione della teoria di Marx ope-
rata dai chierici del potere politico
marxista, da Noske a Breznev e Hua
Guofeng, negare i macroscopici pro-
cessi di autovalorizzazione operaia,
il manifestarsi del « movimento del
valore d'uso come tendenza comu.
nista emergente? E che senso ha que
sta vostra sottocultura del lavoro
produttivo », che nasce nel cuore del.
l'apologetica secondinternazionalista
del capitalismo, che si basa su una
totale indistinzione fra concetto di
lavoro e concetto di prassi?
(Segue una lunga citazione dai
Grundrisse. Lineamenti fondamenta-
li della critica dell'economia politi.
ca, trad. italiana, volume secondo,
pag. 401, 402, ndr). Libri ne hai certo
letti più di me che sono un militante
della propaganda comunista», non
un teorico. Ma il guaio è che molto
spesso si guarda senza vedere ».
La conseguenza politica
di questo vostro essere
sordi e ciechi appartie.
ne comunque alla stessa
« famiglia > a cui ap
partiene la politica dei
berlingueriani ». Feroce.
mente ostili al « nuovo >>
che emerge da quell'im.
menso laboratorio che è
il movimento generale;
ferocemente diffidenti
verso quella parte delle
stesse categorie marxiane
che consente di interpre-
tare e di « maneggiare >>
queste nuove « informa-
zioni, volete trovare un
fondamento teorico al vo.
stro sostanziale conserva.
torismo. E alla fin fine,
il fatto che il loro conser-
vatorismo abbia una ba-
se spregevole, di «inte-
resse particolare, di cor-
porazione e di ceto, e il
vostro invece una base
soggettivamente « nobi.
le, di disperata fedeltà al proprio
ruolo, alle proprie certezze, ai com.
piti che ci si è assegnati, non rende
sostanzialmente diversi gli effetti.
Cosi, mentre contro il nuovo mo-
vimento della sovversione sociale,
contro la tendenza comunista, il Pci
ha scatenato l'arma della plumbea
« legislazione antiterroristica del
compromesso storico, voi scagliate
contro questo stesso movimento gli
anatemi dell'ideologia lavorista del
socialismo reale, e gli contrapponete
una prassi combattente sempre più
« indipendente, svincolata dalle di-
namiche reali della sovversione so-
ciale. E così anche voi pretendete
che «i morti seppelliscano i vivi».
Ma c'è dell'altro: la frase di Marx
sul fatto che la storia si ripete
sempre due volte, la prima come tra-
gedia, la seconda come farsa ». Devo
dirti con franchezza che, pur logora
com'è, mi pare che essa si attagli
alla perfezione all'intera vicenda del
l'emmellismo, nelle sue più diverse
varianti.
I valori non servono
Non è, infatti, esatto dire del vo
stro documento che è stalinista,
Lo stalinismo è stata una immensa
vicenda storica che ha avuto una sua
« tragica grandezza, è stata l'ideo-
logia della necessità eretta a siste
ma di governo sociale, è stata la teo-
ria dell'avanguardia come « agente
e sentinella >> del riconoscimento del
la necessità, invece che della libera-
zione da essa. E stato il funesto ten-
tativo di trasformare la critica mar-
xiana in normativa « dottrina eco-
nomica ». Questo «gigantesco equi:
voco » ha partorito quella che ormai
possiamo, apertamente e senza re.
more, chiamare la più orribile bef.
fa della storia moderna.
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