UNA MOGLIE PER MANDELA
«Imparai a sparare; era obbligatorio, non si sape-
va quando avrebbe potuto rendersi necessario, ed
eravamo organizzati militarmente. Fortunatamente
non fu necessario per me uccidere. Samora ed io ci
sposammo due mesi dopo l'indipendenza. Erava-
mo molto innamorati, ma aspettammo finché il so-
gno si avverò».
Lei diventò ministro dell'Educazione in un pae-
se con uno dei tassi di analfabetismo più alto del
mondo.
«Il più alto di tutta l'Africa. Fu un tremendo sfor-
zo. Ma non l'ho fatto da sola. Lo feci nel contesto di
un governo che dava priorità all'educazione. In cin-
que anni riuscimmo a fare scendere il tasso di analfa-
betismo dal 93% al 72%».
Allora sembrava che la rivoluzione fosse possi-
bile.
cele de cai I nostri vicini temevano Samora
diven-
con tanta violenza è che stava
tando possibile. I regimi della Rho-
Per questo lo uccisero
desia e del Sudafrica ci attaccarono
quando capirono che stavamo concretizzando una
esperienza molto pericolosa per il loro dominio. Per
questo uccisero Samora.
Graca Machel:
nel suo passato
anche un
Samora muore in un incidente aereo nel 1986. addestramento
«Gli anni più difficili erano stati quelli precedenti, da guerrigliera
ma dopo la sua uccisione arrivarono i massacri peg-
giori. Allora, l'attuale presidente decise di negoziare
per fermare quel genocidio che non era più sopporta-
bile. Io volevo abbandonare il ministero ma non mi
lasciarono. La verità è che quando Samora fu assas-
sinato io fui invasa da una tremenda tristezza,
francamente mi sono sentita come mutilata den-
tro. Non avevo energie e alla fine mi ritirai.
Perché l'educazione è qualcosa che biso-
gna fare con la testa e con il cuore; altri-
menti non funziona. È stato allora che co-
minciai a lavorare nelle organizzazioni civili
e creai la mia fondazione».
Pensava che la vita di Machel fosse in
pericolo?
«Quello non è stato l'unico attentato con-
tro Machel, ce ne erano stati altri. Si può dire
che era una possibilità che esisteva da anni. E
credo che lui avesse un presentimento».
Lei no?
«Non volevo accettarlo e Samora aveva una
personalità molto forte, sapeva attenuare le
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preoccupazioni mie e dei bambini; si presentava in
casa pieno di fiducia, di tranquillità. Questo ci faceva
essere fiduciosi. Io pensavo che quello era un perio-
do difficile, di tensioni, ma che sarebbe passato. In
tutta sincerità, non avevo coscienza che l'avrebbero
ucciso».
Ma succede e lei non ha dubbi: è stato un assas-
sinio.
«Non ho mai avuto alcun dubbio».
È stato un grande amore quello per
Samora
Machel?
«Io non so amare poco, o amo molto o non amo.
(Ride). O amo davvero oppure non sento che val-
ga la pena».
La prima volta che entra in contatto con
Mandela è quando Samora viene assassina-
to?
«Sì, lui e Winnie mi scrissero una
lettera e Winnie venne al funerale.
Dopo, anni più tardi, ci siamo cono-
sciuti
Chi era Mandela per lei?
«Lo stesso che per tutto il mondo:
un mito, un insieme di valori. La pa-
rola più giusta è che era un mito,
non una persona in carne e ossa».
Una cosa ammirevole di