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Pubblicazioni, Oggetto 69

Lonzi Marta[1978] - 2003

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Presente copertina del volume di Marta Lonzi, Rapporto reale e rapporto sublimato con l'oggetto, Prototipi; bozze parziali di Carla Lonzi, Anna Jaquinta, Del riconoscimento, Prototipi; bozze parziali di Maria Delfino, Anna Jaquinta, Carla Lonzi, Marta Lonzi, Dello scrivere, Prototipi; Negri-Scalzone: progetto del libro sul confronto tra le Brigate rosse e Rivolta femminile (con ritagli stampa e lettere di Renata [Gessner] a Marta Lonzi).

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  • Titolo: Pubblicazioni, Oggetto 69
  • Creatore: Lonzi Marta
  • Data di creazione: [1978] - 2003
  • Trascrizione:
    Caso Negri in misura diversa, legati alla prospetti va del partito di Mirafiori") si allon- taneranno dall'organizzazione o ne ver- ranno allontanati. Nel corso del '74, dopo il convegno di Bologna (luglio). dove il dibattito fu aspro soprattutto sul tema dell'organizzazione, Potere operaio si estinguerà per estenuazione, dando luogo ad una sorta di diaspora nella vecchia e nuova sinistra. Come si vede niente di simile alle affabula- zioni oniriche di Calogero. Il tema del l'insurrezione era stato si al centro di un convegno, quello di Roma dell'ot- tobre '71, ma si era trattato di una ca- tegoria analitica per spiegare l'insubor- dinazione sociale e non (purtroppo!) di una proposta politica operativa. D. Secondo Calogero, però, tutto il gruppo dirigente di Potere operaio ave. va avviato fin dal '70 attività eversi- ve. Se è stato incriminato solo oggi. spiega, è perché i giudici hanno proce- duto con scrupolo e attenzione. Secon- do lei? R. Non è vero. Abbiamo goduto sin dall'inizio dell'attenzione ossessiva del la magistratura: nel novembre '69, due mesi dopo la formazione del gruppo, Francesco Tolin direttore responsabile del nostro giornale, venne arrestato condannato a due anni di carcere per aver istigato tramite il giornale i pic- chetti duri e lo sciopero a gatto sel- vaggio: insomma l'autunno caldo del. le lotte operaie. Allora ci difesero av- vocati comunisti (Fausto Gullo, Tarsi- tano, Summa e Lombardi); "l'Unità". "Paese Sera", Magistratura democratica strillarono contro gli arresti preventi- vi, l'uso delle norme del codice Rocco, la criminalizzazione della lotta sociale. Dopo dieci anni il mutamento è tanto ed alcune cose non sono più riconosci- bili. Potere operaio non è stato comun- que un'associazione sovversiva, ma qualcosa di più pericoloso per l'ordine costituito. E' stato infatti il primo ten- tativo di dare, con qualche successo, un'identità politica e culturale al feno- meno del rifiuto del lavoro. Non inte- so come "pigrizia plebea", ma come comportamento sociale che mira a go- dere della ricchezza in quanto valore d'uso e che è disponibile solo per le attività in cui lavoro e bisogno coin cidono. D. Ma i magistrati negli ultimi in terrogatori hanno contestato a Toni Negri la somiglianza di alcuni passag. gi di risoluzioni strategiche br con dei suoi scritti R. Nego che l'opera teorico-politica di Negri funzioni come retroterra col- to dei brigatisti. In assenza di docu- 12 Franco Piperno mentazione non sono in grado però di escludere qualche citazione. Ma la questione non può che essere irrilevan- te ai fini giuridici. Che sappia esi- ste libertà di citazione. Perfino il di- rettore di "Paese Sera" infatti sarà riuscito ad intravvedere nelle risoluzio- ni br qualche citazione di Marx, più di un assunto di Lenin e interi passi di Mao. A disporre di maggior acume si può scorgervi dell'altro: per esem- pio il più colorito dei concetti adopera- ti dai brigatisti è il Sim (Stato impe- rialista delle multinazionali); ora esso è addirittura lessicalmente ripreso da. gli articoli di Lelio Basso su "Problemi del socialismo" scritti nel 1971. Di ci- tazione in citazione si sa dove si par- te ma non dove si approda: da una ri- soluzione strategica può finire non solo tra le carte del solito Secchia ma anche nello studio dell'onorevole Lu- cio Libertini (vedi la genealogia ope- raista: Libertini-Panzieri-Tronti-Negri). D'altra parte i magistrati non hanno contestato nessun fatto specifico: è una girandola labile che serve a coprire la mancanza non direi di prove, ma perfino di indizi. Alimentata accorta- mente dalle indiscrezioni fatte circola- re da un nutrito drappello di giornali- sti, tra cui, oltre a quelli di "Paese Sera" e dell'Unità" spiccate anche voi dell' "Espresso": mi sembra che la loro faziosità, ottusa e calunniosa, sia simi- le quella dei corrispondenti di guerra. D. Qualche mese prima di essere arrestato, Oreste Scalzone, in un'inter- vista all' "Espresso", disse che l'Italia è il paese più libero del mondo». E al- lora? R. Se per paese si intende la società civile, questo è certo uno dei paesi più liberi del mondo. Viceversa il suo assetto istituzionale vive, rispetto ai comportamenti sociali, in un tempo re- trodatato. 11 "blocco del politico" fun- ziona come un buco nero che ingoia ogni istanza di rinnovamento. Il risul. tato è sotto gli occhi di tutti: una "de. mocrazia bloccata" inetta a decidere, intenta solo a durare. I portatori dei nuovi diritti, l'area del non lavoro in dirizzano quindi inevitabilmente i lo- ro colpi contro questo regime ed i suoi fondamenti. Se qualcuno pensa di po- ter reagire con delle leggi speciali, o restringendo il garantismo, si deve ren- der conto che cosi facendo non elimi- na la lotta ma ne modifica solo le for me. D'altra parte il garantismo non è una concessione benevola che può es- sere ritirata a piacere, ma una conqui- sta storica di tutti. E che tutti condi- ziona, compresi i brigatisti: coscienti di non aver di fronte delle SS. D. A Padova con la firma "movi- mento comunista organizzato", è stato diffuso un volantino dove si fanno i nomi di due presunti testimoni che avrebbero fornito indicazioni a Calo gero. Non esprime riprovazione per questo chiaro appello alla rappresaglia? R. Di quel volantino, di cui conosco solo gli stralci riportati dai giornali, mi colpisce la sprovvedutezza suicida che rivela. Un testimone falso lo si pu- nisce prima di tutto sbugiardandolo. Ritengo però spropositata ed ipocrita l'indignazione morale di ministri di polizia (o aspiranti tali), giornalisti forcaioli e menzogneri, magistrati di Palazzo. A ben vedere quel volantino in maniera rabbiosa e deforme solleva un problema reale. Una ventina di compagni sono stati sequestrati da due mesi e, invertendo qualsiasi procedu- ra giuridica, solo adesso si sta cercan- do di risalire dai "colpevoli" alle pro- ve. Con questa tecnica, stante i ritmi dilatati degli interrogatori e le impu- tazioni che non consentono libertà provvisoria, gli arrestati rischiano di trascorrere alcuni anni in galera. Tut- to lascia credere che questa carcera- zione pluriennale preventiva sia il ve- ro risultato che si voleva conseguire, e, perdipiù, sembra essere una mossa che sta facendo scuola (vedi gli altri blitz a Genova e Firenze). A questo punto il problema non è solo quello della scarcerazione dei compagni. I responsabili di questo arbitrio e tutti i loro complici devono risponderne; chi per abuso di potere, chi per calun- nia, chi per falsa testimonianza. E' giusto, è morale, è prudente. L'irre sponsabile volantino sta lì a ricordar- celo. a cura di MARIO SCIALOJA
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  • Note: Presente uno scritto con segnatura Vodoz A10/6.
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