DOSSIER NEGRI/SEGUE
nizzava l'insurrezione internazionale,
di li telefonava, o da una brasserie
presto scoperta e presto dimenticata.
2) Il Mostro ha la mania dei con-
vegni internazionali di sovversivi. In
particolare ne ha tenuto uno in In-
ghilterra, qualche anno fa. Peccato
si trattasse della conferenza annua
le dei British Socialist Economists.
3) Il Mostro ha molti rapporti in
Germania. L'attenzione cade in par-
ticolare su una signora di Monaco:
terrorista? Forse: comunque nota
femminista, funzionario della Repub-
blica federale, proprietaria della ca-
sa editrice che traduce i libri del
Mostro.
4) Intervengono le Isvestie. Il Mo-
stro ha fatto molti viaggi negli Usa,
è senz'altro un agente della Cia. Si
dà il caso che il Mostro negli Usa
sia stato solo una volta mentre inve-
ce è stato ospite del partito comuni.
sta dell'Urss, assieme a vari funzio-
nari del partito comunista italiano.
Anche la pista internazionale si sgon-
fia. E allora? Terzo boom dell'inchie-
sta: l'archivio Feltrinelli. Si tratta
di un archivio di documenti attinen-
ti la vita e la linea politica di Potere
operaio. Inutilizzabile se non si co-
nosce la storia della lotta di classe
negli ultimi vent'anni. Il suo uso è
perciò solo pretestuoso. Tra migliaia
di carte si estrapolano pochi docu-
menti, e da questi si estrapolano po-
che frasi, e queste poche frasi diven-
gono il materiale probatorio fonda-
mentale per dimostrare l'esistenza
eterna dell'associazione per l'insur-
rezione. Ma al di là di questo, la sco-
perta dell'archivio Feltrinelli è so
prattutto importante perché, essen-
do questo il secondo archivio trova
to (dopo quello di Padova), suggeri-
sce l'idea dell'esistenza di un terzo
archivio (finalmente pieno non di
carte ma di piani operativi, milita
ri!) per la nota regola che presiede
ormai all'attività istruttoria: non c'è
due senza tre. Su quest'asse fonda-
mentale e a partire da esso si apro-
no poi, come da un fiume, mille ri.
voli. Non c'è inviato speciale che
non scopra o una macchina da scri
vere sulla quale sono state battute
* risoluzioni strategiche o perlome-
no concordanze, sintonie, analogie,
contiguità fra forme politiche diver.
se - ma tutte manipolate dal Mostro
- oppure testimonianze, false, della
duplicità del Mostro...
É davvero il caso di dire: « Il son-
no della ragione genera mostri >
Affectio societatis scelerum. Che
cosa vuol dire questa strana dici-
tura? Nell'interpretazione dei giudi-
ci del tribunale speciale di Roma
vuol dire che se delle persone non
si sono viste per un decennio ma la
pensavano nello stesso modo, e que-
sto modo di pensare andava contro
lo Stato, esse costituiscono un'asso-
ciazione criminale, anche oggi. Dice
IV - PANORAMA. 30 LUGLIO 1979
infatti l'ordinanza del 7/7/79, che
costituisce anche mandato di cattu-
ra per insurrezione, alle pp. 23-24:
« Afferma ancora la difesa che il
cemento usato per collegare gli im.
putati in un'unica istanza associati.
va è solamente l'ideologia politica
degli stessi e che non è stato posto il
problema della prova dell'associazio-
ne, delle sue strutture, della sua or-
ganizzazione, della ripartizione dei
ruoli, dei mezzi, in definitiva dell'ar.
ticolazione del funzionamento dei
legami associativi fra gli imputati.
(Risponde il giudice che) al riguardo
va premesso in punto di diritto che
per l'esistenza del delitto a base as
sociativa contestato in epigrafe non
occorre alcuna particolare forma di
costituzione ne di distribuzione spe-
cifica dei ruoli. E sufficiente l' affec
rio societatis scelerum , è sufficien
te cioè che gli associati siano legati
dall'unità del fine delittuoso: il solo
fatto dell'esistenza di questa unione
concretizza il pericolo per le istitu-
zioni, cioè il verificarsi dell'evento ».
Questa è dunque la base del pro-
cesso che è stato messo in piedi con-
tro la banda Negri. Se le prove non
esistono o sono del tutto irrilevanti,
sia in ordine ai fatti che in ordine al
l'associazione in concreto, non impor-
ta: vi sono comunque indizi che
vanno a consolidare la fattispecie cri-
minale iniziale, l'associazione contro
lo Stato per l'insurrezione, che è da-
ta nell'espressione di pensiero di que-
sti soggetti. Queste persone si son vi-
ste per l'ultima volta nel 1973 e in
quell'occasione hanno sviluppato una
discussione sulla crisi dello Stato
questo basta a postulare la perma-
nenza del progetto criminale perché,
anche se non si son più visti, non
hanno comunque cambiato idea cir.
ca lo Stato. E evidente che ci trovia.
mo di fronte alla rinunzia di ogni
mediazione giuridica dei fatti, in no
me della tutela di un interesse spo.
ciale o superiore: lo Stato. - ma non
lo Stato democratico, non lo Stato
imposto e modificato dalle lotte opc.
raic e proletarie. Ci troviamo di fron.
to al tentativo di racchiudere la co
stituzione dello Stato nella logica del
la lotta contro il comunismo, contro
il pensiero e l'esperienza del comu.
nismo. Questo degrado è il risultate
di una fase politica precisa: il regi.
me della emergenza, il tentativo di
far recedere la lotta di classe a pri
ma del '68, la restaurazione. Ogni mo.
mento di dissenso e di trasformazio-
ne sociale deve essere estirpato: gli
strumenti giuridici vanno a ciò pic.
gati. La bestia nera di questi magi
rati e l'attacco alla produttività del
lavoro (Mandalo p. 6; Ordinanza p.
106) e lo stesso dubbio che la pace
sociale possa essere messa in peri-
colo (p. 57). Ma dove l'han Ictto che
produttività e pace sociale son beni
supremi, quando tutte le società in-
dustriali registrano la caduta dell'af-
fezione al lavoro salariato e tentano
di rifondare la legittimità dello Sta
to sul governo della conflittualità. -
ben sapendo che lo star dentro alla
produzione sociale è cosa ben diver-
sa dal difendere la proprietà e che
comunque gli strumenti giuridici per
la difesa della proprietà non valgo
no nel secondo caso!
Torniamo a noi. La questione che
val la pena di porsi, davanti a que.
sta mostruosità concettuale e a que-
sti baratri di insipienza costituziona
le, è se una simile accusa sarebbe
stata possibile senza la creazione del
Toni Negri, con sua moglie Paola e I figli Anna e Francesco fotografati nella casa di
via Boccaccio a Milano, nel 1975
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