Il Putto, documentato per la prima volta nel 1829, entrò nelle collezioni accademiche nel 1834 per legato testamentario del pittore e collezionista francese Jean-Baptiste Wicar (1762-1834), che aveva ricoperto ruoli primari nell’istituzione. L’opera è affine al putto che affianca a sinistra il profeta Isaia dipinto da Raffaello nel 1511-12 nella chiesa romana di Sant’Agostino. Per lungo tempo la critica ha considerato il dipinto un falso ottocentesco, mentre oggi l'analisi stilistica e un’attenta rilettura delle indagini diagnostiche operate nel 1962 fanno propendere per l’originalità.[S. Ventra]
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