L’artista, pittore di corte di Carlo di Borbone, è uno dei maggiori esponenti della pittura di prospettive della prima metà del ‘700, che continua la tradizione di pittura paesaggistica iniziata da Francois de Nomé e Viviano Codazzi. Sollecitato dalle rovine antiche di Ercolano e Pompei, in queste quattro vedute gli edifici sono inquadrati con una prospettiva non frontale ma laterale e radente, un metodo nuovo ispirato alle teorie degli scenografi contemporanei, come Ferdinando Galli Bibiena. L’ambiente notturno, con tagli di luce netta, fanno risaltare i dettagli delle architetture corrose dal tempo, creando un’atmosfera molto suggestiva.
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