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agirà come un graduatore spogliandosi del patetico che si
sarebbe creato con l'uso del bianco.
"Terre rosse" - tutto nel passaggio dal nero
rosso spento - rosso cotto - rosso bruno - impostato nel-
l'ordine orizzontale, parla di una struttura di origine
mediterranea ed il colore molto intenso e fortemente con-
centrato riceve i grafisni appoggiati e scuri come infil-
trazioni che canalizzano il corso delle correnti colorate.
Questi discreti canalizzatori s'infiltrano cosi nel ritmo
primigenito con certezza e semplicità.
In altra occaeione "Paesaggio di pietra", "I fio-
ri rossi" il ritmo sera condotto alla maniera di Klee con
l'indubbia finezza dello spirito uso alla ricerca e sensibi
le all'antitesi del tonale e dell'atonale. Qui ogni dramma
viene annientato al momento del suo nascere, la struttura
della super 'icie crometice è conseguente all'antiletterarie
tà, senza fiasi, ma con rara intonazione lirica.
Qualche volta invece, condensati in qualità quasi
irraggiungibili ("Fiume in piena", "pelle come sabbia fusa")
definiscono il profilo del Rambaudi caratterizzandolo in pri-
mo ordine come un lirico dalle vi si oni puristiche, "Spade
sguainate" confermerà questa impressione: il commovente di-
scorso si apre come un ventoglio e la sola divisione del ros-
so, graduazione entro uno stesso colore, sarà sufficiente a
rendere unito un fenomeno di figurazione a quello di contenu-
to: direttamente, senza dir chiacchiere e senza raccontare
aneddoti.
"Il giorno dei martiri" ridotto in colore, nuovemen-
te soltanto rosso, permetterà il dramma nel carattere delle
linee che si confrontano. Nella parte alta della tela la li-
nea rotta malamente ed in più punti contiene di per sè stessa
l'ansietà. Questa è perd un'ultima resistenza. Il seguito di
linee orizzontali che le seguiranno nella parte inferiore del-
la tela è già la tranquillizzazione, la pace. Il giorno diven-
ta "Il giorno dei martiri".
"Il mare" è uno dei passi più audaci di Piero Ram-
baudi. Negli spazi non delimitati delle coste - e solo in
questo senso questo è "il mare" - lo spazio mobile ha la
"miesoinsky" che si modello con la trasposizione di frammenti
oscuri, grandi aperture piene di luce forano questo spazio
nella profondità pittorica. L'utilizzazione di questa dimen-
sione che ora s'ingrandisce nella prospettiva senza cornice
terminale, diventa con ciò pian piano anche cosa nostra.
IGOR ZIDIC
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