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Rassegna stampa, Oggetto 126

Lonzi Marta18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italy

  • Title: Rassegna stampa, Oggetto 126
  • Creator: Lonzi Marta
  • Date Created: 18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001
  • Transcript:
    mente e dell'aristocrazia della ta (lei farà parte della Commissione didattica chiamata a regolare le pro- cedure per la creazione di nuovi psi- coanalisti). In quegli anni finanzierà inoltre, e in più occasioni, l'Istituto Pasteur, l'Istituto Curie, e il pro- gramma antropologico in Australia, proposto da Freud, che dimostrerà - a favore anche delle idee di Mali- nowski --- come il complesso di Edi- po sia presente nelle società matrili- neari della Melanesia. La generosità di Marie (che lei vorrà sempre anonima) la indurrà i- noltre a soccorrere tempestivamen- te (aveva presentito profeticamente le persecuzioni naziste) i suoi amici in pericolo, primo fra tutti Freude la sua famiglia, riparati poi a Lon dra. Dopo la liberazione Marie cree- rà anche un fondo per soccorrere i francesi. Sentiva il bisogno di paga- re in prima persona, di partecipare agli avvenimenti La storia di questa donna è stret- tamente intrecciata con la storia del- la cultura europea; i suoi amici, i suoi collaboratori saranno, oltre a Freud ea sua figlia Anna, Otto Rank, Stephen e Arnold Zweig. Malino- wski, Aldous Huxley, Sartre, Ray- mond de Saussure, quei Rothschild che invitavano in casa loro Anna Freud a tenere delle conferenze, e tanti altri. Poiché Marie cercava rara, ri- mase delusa dagli intrighi e dalle be- ghe dell'Istituto di psicoanalisi, rico- stituito dopo la guerra: «Mi sembra di essere entrata in un deserto intel- lettuales, scriveva ad Anna Freud, wa Parigi noi veri psicoanalisti siamo pochi. Lacan ha anche troppe sfu- mature di paranoia e fa cose di un discutibile narcisismos; con lui a- vremo un pazzo come presidente Contro Lacan Tuttavia, Marie non disarma, prende parte alle battaglie più gnificative del movimento in quegli anni; propone di democratizzare la psicoanalisi accogliendo coloro che non possono pagare gli alti prez- zi della libera professione, al costo delle assicurazioni sociali difende gli analisti non-medici che l'Ordine dei medici vuole escludere (proble- mi che ancor oggi stanno sul tappe- to). Inoltre difende la disciplina nel l'analisi didattica contro Lacan, che fa sedute di soli dieci minuti al prez- zo di quelle di cinquanta minuti Marie Bonaparte dominò a lungo il movimento psicoanalitico france- se; resse come vicepresidente ono- rario la Società parigina di psicoa- nalisi, eopero in proprio comegran- de psicoanalista; il rancore che La- can ei suoi discepoli le serbarono ne è una riprova. Nel 1975 Jacques Derrida la difenderà, contro Lacan, per i «prestiti» che questi fece dal bellissimo scritto di Marie Bonapar- te, del 1933, sull'opera di Edgar Al- lan Poe. A conti fatti, i due romanzi che compongono la vita di questa gran signora, cosi diversi tra loro, non si possono leggere come un "prima e un «dopo l'amore per la scienza e per la natura (in età avanzata Marie si mise a studiare le stelle e il calcolo infinitesimale) era nato prestissimo, accanto a quel padre nella cui casa Pierre Curie faceva esperimenti sul radio, davanti ai più noti fisici, cosi come prestissimo si era precisato in Marie il desiderio di diventare medi- co (cosa che il padre le impedi). Ma anche quel côté «regale della sua vita non appartiene solo al primo romanzow: Marie non trascurò maii propri doveri in tal senso, come non trascurò mai quelli di madre. Questa biografia - rigorosa- mente cronologica – è costruita in modo da porre quotidianamente a contrasto le due facce dell'esistenza della protagonista, che talora si con- fondono: Freud osservò che quan- do Marie parlava di qualcuno cui voleva bene, non si capiva mai se si trattava di un cane, di un domestico, di una persona qualsiasi o di un principe. Marie appare a volte come una grande attrice che nella stessa giornata corre da un palcoscenico a un altro: come quando, trovandosia Londra per il matrimonio di sua ni pote con il duca di Kent, nessuno tra gli invitati di Buckingham Palace a- vrebbe sospettato che la consorte del principe di Grecia e di Danimar ca li piantasse in asso per andare a are alla britannica di psicoanalisi della paura femminile della penetrazione. Solo Giorgio, da principio oppositore della carriera della moglie, finì poi per accettarla e per divenire anche lui amico della famiglia Freud. Eppure questa donna, le cui me- morie sono depositate, insieme agli archivi Freud, nella Biblioteca del Congresso di Washington per i letto ri del 2030; questa donna che nei suoi ottant'anni di esistenza visse ciò che normalmente si distribuisce nella vita di almeno dieci donne, di- ce nel 1952. Bilancio. Un passapor- to da regina. Niente tasse. Niente do gane. Accoglienze da re, con la mu sica. L'inno nazionale... in cambio di una vita di donna fallita,
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