HARRY SUMMERS, On Strategy:
A Critical Analysis of the Viet
am War, Presidio Press, Nova-
to, California, 1983.
SEYMOUR HERSH. The Price of
Power: Kissinger in the Nixon
White House, Summit Books,
New York, 1983
ROBERT HARRIS, Gotcha! The
Media, the Government and the
Falkland Crisis, Faber & Faber,
London, 1983.
ROBERT SCHEER, Hanoi "Attack
in Tonkin Gulf: Evidence Indi-
cates It Didn't Happen, "Inter-
national Herald Tribune". 8
maggio 1985
N. 9
in cui le decisioni venivano prese, su
come gli errori diventavano scelte
politiche e le ossessioni personali del
presidente e del suo consigliere per
la sicurezza nazionale si trasformava-
no in dottrine" strategiche
Il problema non riguarda certo la
sola amministrazione Nixon: il so-
spetto che l'incidente del golfo del
Finestra sul Mondo
Armi e dottrine dell'era nucleare
pag. 37
Nella marea di pubblicazioni
americane sul decennale della scon
fitta in Vietnam il libro di Summers
(uscito due anni fa) è stato citato
ampiamente, e spesso a sproposito
Se ne parliamo qui e perché Sum.
mers ha dedicato un certo spazio a
un problema la cui importanza era
già grande all'epoca del Vietnam e
che oggi lo è ancora di più: il rap-
porto tra guerra limitata, consenso
popolare e informazione. La guerra
delle Falkland e l'invasione israelia
na del Libano nel 1982, l'invasione
americana di Grenada, l'operazione
francese "Manta" in Ciad e le vicissi-
tudini della forza multinazionale di
pace in Libano nel 1983 hanno mo-
strato a che punto negli ultimi tre
anni la questione sia diventata acu.
Si tratta di un problema centrale
della politica internazionale perché
la capacità dei paesi occidentali di
condurre delle operazioni militari
nel terzo mondo è inversamente
proporzionale al grado di informa-
zione che su di esse viene fornito a
parlamentari e opinioni pubbliche.
Prendiamo le Falkland, per esem
pio. E ormai assodato che il governo
della signora Tatcher ha mentito in
più occasioni al parlamento non sul-
la localizzazione della task force in
glese, comprensibilmente protetta
dal segreto militare, ma sugli obiet-
tivi e le modalità delle operazioni in
corso, in particolare per quanto ri-
guarda le trattative con l'Argentina
e l'affare del "Belgrano'. E quello
che il colonnello Summers chiama la
sorpresa strategica": bombardare o
no il Nord Vietnam, invadere o no
Grenada, usare o meno la Sesta Flor
ta ancorata al largo di Beirut a soste.
gno di Amin Gemayel sono tutte
scelte politico-militari di fondo la Tonkino nel 1964, con Johnson pre-
cui efficacia dipende dalla sorpresa
sidente, fosse stato inventato di sana
non tollera dibattiti preventivi sui pianta cta esistito fin dall'inizio, ma
giomali
qualche settimana fa Robert Scheer
Prima di ingaggiare dibattiti co- ha fornito prove definitive in questo
logici su dove finisce il diritto demo- senso. Più complesso è il caso delle
cratico all'informazione e dove ini. Falkland, dove il tentativo della
zia il dovere di proteggere la vita dei
Royal Navy di non ammettere alcun
combattenti o gli interessi vitali
giornalista a bordo della task force in
dell'occidente sarebbe però utile rotta per l'Atlantico del sud fu sven-
analizzare come il segreto è stato uti- tato solo all'ultimo minuto. Il forte
lizzato dai governi della Nato nel controllo inglese sui media nel corso
dopoguerra. Si scopriri che quasi di questa campagna sembra iscriversi
mai esso è servito a una migliore pero in una tradizione nazionale
condotta delle operazioni militari, molto rigorosa in materia, più che in
mentre quasi sempre ha cercato di una innovazione radicale attuata
dalla signora Thatcher
coprire errori, incompetenze o inte-
tessi elettorali dei leaders in carica
Si sapeva, per esempio, che il ballet-
to di trattative e di bombardamenti
che caratterizzò gli ultimi due anni
mezzo (1970-72) dell'impegno ame-
ricano in Vietnam rispondeva più al-
la confusione intera all'amministra
zione Nixon che non ad una strate
gia precisa. Il libro di Hersh su Kis.
singer offre una quantità di dettagli
impressionante sul modo 'casuale
Per gli Stati Uniti, al contrario,
l'invasione di Grenada è stata la pri
ma operazione militare della storia
americana dove la stampa non fosse
presente. In questo caso c'è stata ef.
fettivamente una svolta ma si è spes-
so dimenticato un punto essenziale:
se la guerra fosse durata più di 72
ore mantenere l'embargo sarebbe
stato impossibile e il consenso
dell'opinione pubblica americana si
di Fabrizio Tonello
sarebbe probabilmente vanificato mondiale) alle evoluzioni recenti (fi
Fino a che un metodo per fare le no al 1981). È una serie di progressi
guerre senza subire perdite umane scientifici e di costruzioni intellet.
non sarà stato inventato, il potere tuli ma anche di errori di
,
analisi e
della Casa Bianca di condurre delle di lotte di lobbies militari e indu.
guerre "all'insaputa del popolo te striali quella che Freedman ci descri-
sterà estremamente limitato
ve a partire da una solida documen-
tazione, non solo americana ma an-
che russa e, in misura minore, fran-
Una difesa alternativa
HORST AFHELDT, Defensive Verteidigung,
Rowohlt Taschenbuch Verlag GmbH, Rein-
bek bei Hamburg 1983.
coesione sociale; 3) wna configurazione geo
grafica che si presti a una resistenza prolunga
ta: 4) mezzi tecnici, dottrine operative e cale-
ne di comando adeguate.
1 libro di Afbeldr parte da una constata-
zione: la strategia della Nato della risposta
flessibile" condurrebbe, in caso di conflitto,
alla distruzione totale delle due Germanie.
Now si tratta di una petizione di principio o
di una previsione apocalittica ga quindici
anni fa il gruppo di scienziati riunito attorno
4 Carl von Weissaecker al Max Planck Institut
di Starnberg avena calcolato con esattezza le
conseguenze di un conflitto in Europa centra-
le (Kriegsvolgen und Kriegsverhutung, Mo-
maco di Baviera, 1970).
La proposta, in estrema sintesi, è quella di
wna trasformizione del dispositivo militare at
tuale basato su grandi wild e sulla minaccia
di uso per primi delle armi nucleari, in una
fitta "rete" composta di nuclei di resistenza
moduli") dotati di larga autonomia e di ar-
mi perfezionate. I moduli dovrebbero essere
sufficientemente ristretti e mobili da won tra-
sformarsi in obiettivi interessanti per il fuoco
nucleare o per una concentrazione di forze
Convenzionali nemiche. Nello stesso tempo
dovrebbero essere in grado di attaccare le di
pisioni corazzate avversarie da tutte le direzio-
wie anche da medie distanze (40-80 chilome
tri). Le armi per farlo esistono: missili a me
dio raggio in grado di colpire parecchi obier.
trpi simultaneamente, missili anticarro a bre-
ve raggio praticamente infallibili, sistemi di
comunicazione in tempo reale fra tutte le
unità di una zon. L'efficacia militare di un
dispositivo di questo tipo non ormai conte
Da questa premesse – l'incapacita della
dottrina Nato a preservare dalla distruzione
ciò che intende difendere - wato un filone
di ricerca sulle difese alternative" sa cui si 2
molto lavorato negli anni scorsi tanto in In-
ghilterra (la Alternative Defence Commis-
sion) quanto in Francia (Pierre Brossollere
poi Alain Joxe) e in Austria (Emil Spannoc-
chi). Now we dimenticato, inoltre, che model
li di difesa basati su una mobilitazione totale
o parziale della popolazione (oltre che Restano alcuni problemi strategico-politi
sull'impiego di forze armate regolari) sono la s fondamentali, innanzitutto quello della
dottrina ufficiale tanto in Svizzera quanto in Nato. Una strategia di questo tipo e non solo
Jugoslavia e hanno notevolmente influenzato NON-Nucleare ma presuppone di fatto l'uscita
il pensiero degli stati maggiori tedesco e au- da un'alleanza che gli Stati Uniti orientano
striaco.
sempre di più wersowna dottrina di uso delle
armi nucleari sul campo di battaglia.
stabile
L'idea forza alla base di queste concezioni
e che il miglior strumento di dissuasione di
un attacco armato e, per dei paesi non WM-
deari, la volontà di resistenza della nazione
nel suo insieme. Volontà di resistenza che
NON si traduca, naturalmente, in semplici di-
chiarazioni bellicose del governo ma che sia
fondata su: 1) un forte consenso all'idea di
difesa dell'entita nazionale; 2) un'elevata
Per i lettori in difficoltà con la lingua di
Clausewitz, 2 disponibile oggi una traduzio
ne francese del libro di Alhelde, completata
da due interessanti contributi di Jean Kleine
del generale Georges Buis (La Découverte,
Paris, 1985, 83 franchi).
(f.t.)
LAWRENCE FREEDMAN, The Eco-
lution of Nuclear Strategy. Mac
millan Press Ltd., London
Basingstoke, 1981, pp. 474, Ist.
25
Una delle perversioni fondamen
tali del pensiero strategico contem
poraneo, in particolare americano, e
la sua astrattezza, il ridurre a equa.
zioni quelle che restano scelte fon
damentalmente politico-diplomati
che. Da quando Raymond Aron ave.
va lanciato i primi ammonimenti in
questo senso la situazione non ha
fatto che peggiorare: le cifre degli
arsenali dei due campi hanno ormai
completamente sostituito, in parti
colare nci wedi, ogni riflessione sul
come e perché armi nucleari di cui si
parla costantemente potrebbero ve-
nir utilizzate. Il libro di Freedman
costituisce una sana opera di disin-
tossicazione: la strategia nucleare e
analizzata storicamente, dalle origi-
ni (le teorie del "bombardamento
strategico" della seconda guerra
cese, inglese e cinese. Anche se le
evoluzioni più recenti della strategia
degli Stati Uniti, e in particolare il
ritorno in forze delle concezioni di
fensive", non sono esaminate, il te-
sto dello studioso inglese resta essen.
ziale per comprendere il dibattito
Strategico odierno e la crisi del con
trollo degli armamenti.
STROBE TALBOTT, Deadly Gam-
bits, Alfred Knopf, New York
1981.
GEORGE BALI, The War for Star
Wars, The New York Review of
Books, 11 aprile 1985
L'amministrazione Reagan ha
davvero compiuto una rivoluzione
nel campo del controllo degli arma
menti. gettando nella spazzatura
quindici anni di riflessione e di pru.
dente diplomazia in questo campo?
Strobe Talbott, l'esperto del setti
manale Time in materia, risponde di
no: i californiani arrivati al potere
nel novembre 1980 hanno cercato di
fare piazza pulita delle vecchie abi.
tudini, ma la complessità dei dos-
siers e la forza delle burocrazie del
Pentagono e del Dipartimento di
stato hanno alla fine avuto il soprav
vento. Il libro di Talbot è utile per
verificare come le distinzioni corren-
ti tra "falchi" e "colombe" siano
scarsamente utili per capire le evolu-
zioni strategiche degli Stati Uniti:
sono piuttosto le lotte tra giganti in
dustriali come Boeing e Mc Donnel
Douglas, o le faide di corridoio tra
csperti come Richard Burt e Richard
Perle, a determinare la posizione
americana al tavolo delle trattative.
L'articolo di George Ball traccia il
miglior panorama fino ad oggi pub-
blicato delle contraddizioni e del
pressapochismo dell'amministrazio
ne Reagan nell'avvio della sua più
discussa iniziativa strategica: il piano
per costruire uno scudo spaziale
contro i missili intercontinentali so
vietici. Gli ammiratori europei dello
SDI dovrebbero essere interessati,
per esempio, al ruolo di Joseph
Coors nelielaborazione del proget-
to Joseph Coors non è un esperto
della Rand Corporation, né un ex al.
lievo di West Point: è il fondatore
dell'impero della birra Coors e ami
co di vecchia data di Ronald Reagan
(herre Koski)
NOVALIS
I DISCEPOLI
DI SAIS
I'VINTANIRI
SEPARAZIONI
IL DESIDERIO E LA REGOLA
nelle migliori librerie
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