Caricamento in corso

Rassegna stampa, Oggetto 213

Lonzi Marta18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italia

  • Titolo: Rassegna stampa, Oggetto 213
  • Creatore: Lonzi Marta
  • Data di creazione: 18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001
  • Trascrizione:
    JOHAN GALTUNG, Ambiente, sviluppo e ar- trila militare, presentazione di Roberto Fie- schi, Gruppo Abele, Torino 1984, , . , . " Tibone e Giovanni Salio. PP. 160. Lit. 10.000. Intervento Non è nemmeno sbagliato di Francesco Calogero Questo libro di Galtung, famoso sociologo norvegese, nonostante la sua brevità, copre un campo assai - Sto: il concetto di "ambiente e gli effetti ("di primo ordine" e "di ordi- ne superiore dell'attività militare sull'ambiente, il concetto di sicu rezza" e le doctrine, "convenziona li" e "alternative", della sicurezza, l'interfaccia tra ambiente, sviluppo e sicurezza, ed infine una serie di raccomandazioni. Si racconta che il fisico teorico Wolfgang Pauli, resti. tuendo un articolo ad un autore il quale aveva insistito per sottoporlo al suo giudizio disse: "Non è nem meno sbagliato. Questo famoso detto di Pauli mi sembra assai ap- propriato a descrivere questo libro Comunque, ecco come l'assunto e la metodologia di quest'opera vengo- no presentati (p. 11): "Il problema è quindi da un lato di sopravvivenza, dall'altro di com prensione del problema stesso. Per questo secondo aspetto, sono possi- bili molti approcci in concorrenza fra loro, senza che nessuno abbia un monopolio di validità. Quello che viene presentato qui è più globale di altri: esso può permettere alcune in tuizioni, ma può anche precludere altre, basate su una comprensione particolareggiata di una sola o di po- che componenti del sistema. Natu- ralmente, la scelta delle dimensioni di un'analisi predetermina le con clusioni o i risultati possibili, e vice- versa. Cið vale anche per un approc cio più globale: spingerà l'analisi verso conclusioni globali perché, con uno schema concettuale sufficiente- mente ricco, si possono sempre tro- vare moltissime interconnessioni ("legami"). Ne può risultare facil. mente un'esigenza irrealistica di cambiare tutto, o una rassegnazione fatalistica che porta a non cambiare nulla. Il nostro approccio cerca una via di mezzo. La conclusionce globale, e tocca l'intero triangolo ambiente sviluppo sistemi militari. E nell'am- bito di questo triangolo che si può formulare una doctrina della sicurez za. Ma è pure in quest'ambito che si possono proporre doctrine della sice- rezza alternative, che tengano conto dei sistemi ambientali, di sviluppo e militari, sia in pace che in guerra Non è casuale che un simile modo di pensare emerga da studi focalizzati anch'essi sull'ambicate, non perché l'ambiente sia di per sé più o meno olistico dei sistemi di sviluppo e mi litari, bensi perché la scienza dell'ambiente, l'ecologia, è partico- larmente olistica. Pensare in termini ambientali è particolarmente ispi- tante, e anche per questo sembra opportuno iniziare dal vertice-am bicate nel triangolo dello schema proposto. Ed è anche fondamentale: il rispetto dell'ambiente è una com ditio sine Na non per noi tutti". La caratterizzazione di Pauli, che 1 me sembra dunque appropriata se si guarda al libro nella sua globalita, č pero invalida nel caso di alcune specifiche affermazioni contenute nel testo. Per esempio quel che è scritto a p. 18 è indubbiamente vero ("... Ciò significa che ci sono due ti pi di sviluppo, o due modi per espri- merlo: swippo wmano e sviluppo sociale. Che siano collegati, evi- dente: gli uomini hanno bisogno di N. 9 una struttura sociale per il loro svi. luppo, almeno di una struttura mi- nima; altrimenti, non svilupperan- no neppure il linguaggio. E la so- cietà ha bisogno degli uomini, alme. no in numero minimo, per occupare le diverse posizioni nella struttura sociale, se qualche socio-tipo deve sopravvivere.): quel che è scritto a pag. 36 pag. 32 è chiaramente falso... Non c'è alcuna buona ragione per cui una guerra nucleare dovrebbe es sere breve."); quel che è scritto a p. 40 è sicuramente vero ("le case sono meno vulnerabili (alla radiazione) degli esseri umani"). Che dire perd dell'affermazione a p. 35? ("Se il settore militare venisse completa. mente eliminato, o anche solo ridot to parzialmente, la produzione in dustriale inquinante (chimica, ac ciaio, metallurgia in generale) risul terebbe notevolmente ridotta. Se ipotizziamo una relazione tra inten sità di capitale e di ricerca e inquina mento, e tra produzione militare e intensità di capitale e di ricerca, questa conclusione non solo sarebbe La paura non basta di Angelo Chiattella "Non moriremo tutti; ovviamente molto dipende da dove viviamo geo- graficamente (emisfero Nord o Sud). socialmente (centro o perife. ria, con alcune eccezioni), politica wente, (nel sistema Nato-Patto di Varsavia oppure no), e topografice- mente in pianura oppure in monta- gna). Tutte queste dimensioni do- vrebbero essere considerate come possibilità legate fra loro piuttosto che come dicotomic. I dati numeri Problema per il lettore: che signi fica l'ultima frase? Il libro si conclude con le parole: .... Perché c'è un limite di tempo alla possibilità di continuare a cam- minare lungo le linee attuali, se non questo triangolo risulta prevalentemente ri- volta all'analisi del sistema militare, concepi- to come un'autentice macchina per lo spi- de negativi della preparazione e dell'azione militare su ambiente e sviluppo, costituisco- no la parte centrale di quest'opera di Gal ting, che non nasconde certo la sua sfiducia profonda verso le teorie convenzionali della SICNrezza, dai negoziati strategici per il disar mo nucleare di wari dispositivi tecnico-politici diretti a ridurre i rischi di deflagrazione acci dentale del conflitto Esponente di punta dell'ala radicale dell'International Peace Research Associa- tion, fondatore del "Journal of Peace Re- search", rettore della Nouvelle Universite In ternationale (Università Verde) di Parigi, au- forevole docente presso l'Università di Prince- Per Galtung lumica via percorribile è l'in ton, Johan Galtung rappresenta un punto di troduzione e l'affermazione nei diversi siste riferimento importante per l'area ecopacifista mi sociali di obiettivi di trasformazione: il n Europos e italiana. Della sua copiosa produ- stabilimento di ecosistemi stabili, il persegui zione saggistica, prevalentemente incentratamento di modelli di sviluppo awtocentratie sullo sviluppo del concetto di pace positiva in la creazione di apparati militari strettamente contrapposizione a quello di pace negativa, difensivi e decentrali. Nel frattempo pero a intesa come assenza di violenza bellica, po- indispensabile, sempre secondo Galtung, i chissimo è stato finora tradotto in Italia, mettere in discussione, nel campo della teoria parte i due saggi raccolti in Imperialismo e ri- della sicurezza, l'ormai sempre piu sterile e voluzione, una teoria strutturale (Rosenberg paralizzante contrapposizione tra il paradig. & Sellier, 1977). ma della corsa agli armamenti ed il paradig- ma del disarmo generale, completo e contem poraneo. Il nuovo paradigma da considerare dovrebbe essere, piuttosto che di disarmo, un modello di trans-armo, opero... proces so di transizione da un modello di difesa fom dalo sa armi di offesa a un modello di difesa che utilizza esclusivamente armi difensive, si no alla loro totale estinzione nel caso della di fesa popolare non violenta..." La pubblicazione delle pid recenti e im portanti opere di Galtung e ora prevista dalle Edizioni del Gruppo Abele, al quale si deve la diffusione di questo libro che, per quanto scritto più di tre anni fa, mantiene elementi di indubbis attualita. In esso Galtung affron La l'impegnativo e assai impervio compito di spiegare l'encombere sull'umanità del rischio di onnicidio attraverso l'elaborazione di un modello di interazione tra ambiente, svilup. po e attività militare, fondando su esso una dottrina della sicurezza alternative. Quasi inevitabilmente, data la sua formazione, l'ar tenzione di Galtung nell'esplorazione di Si tratta di una prospettiva dai contorni tutt'altro che certi e rigorosamente definiti, ma che indubbiamente riesce a trasmettere al lettore il senso d'urgenza che anima il lavoro di Galtung valida, ma lo sarebbe ancor di più, per l'eliminazione di molti altri set- tori produttivi). La prima frase probabilmente verace; ma la secon da che significa? E che dire della no ta 12. qui richiamata, presumibil mente, per corroborare quanto af fermato nel testo; nota nella quale si riportano due citazioni da altre fonti che recitano: "... Almeno un quarto di tutta la R&S mondiale viene svol- ta Oggi a kopo militare". Si esti mato che la produzione militare me dia abbia un'intensità di ricerca ven- ti volte superiore a quella civile me dia'. Se l'aritmetica non è un'opi. nione, ciò implicherebbe che la pro duzione militare è meno del 2% di quella civile (almeno se si ignora la distinzione fra la ricerca menzionata nella seconda citazione e la R&Sci- tata nella prima). E comunque, s prescindere dalla correttezza o meno di questa conclusione, che c'entra tutto ciò con quanto scritto nel te sta? A p. 47, la sezione intitolata So- prawna inizia nel modo seguen- te: vogliamo che il nostro futuro abbia l'aspetto della prossima pagina: Segue una pagina bianca, salvo per le parole (stampate in basso a destra. in stampatello): "LA MORTE BIANCA. Problema per il lettore: che senso ha usare siffatti artifici let terari (si fa per dire)? Alle pp. 28-29 (nelle note) sta Scritto: "Si può obiettare che una guerra nucleare potrebbe avere inizia da un incidente. In un certo senso è vero, ma è difficile credere che le potenze nucleari non abbiano fatto tutto quanto potevano per salvaguardarsi da un simile incidente, che potrebbe distruggere loro stesse. Se capita tal- volta di sentit dire che il sistema prossimo a incendiarsi, questo può anche essere un effetto calcolato per fare paura all'altra parte, non un "incidente. Quando si verifica dav. vero un incidente, verosimilmente non ne sentiremo parlare, o verran no fatti tutti gli sforzi per coprire la notizia. Inoltre, questa categoria di giudizio è pericolosa, perché può portare all'idea che una guerra nu- cleare non accidentale, pienamente intenzionale, sia in qualche modo più scusabile C'è anche un aspetto di classe di questa categoria: se dei capi di Stato decidono di dichiarare una guerra, si tratta di politica, ma se sono le classi inferiori a decidere, allora è un inci- dente, ed esse sono descritte come mentalmente squilibrate, Che dire delle condizoni mentali di coloro che occupano i ranghi più alti del sistema, desiderosi di usare La riposta a questa domanda sem bra trovarsi a p. 133 (sempre nelle note): L'Autore dell'opinione, non molto originale, che l'arsenale nucleare sia una conseguenza del tutto logica, passo per passo della doctrina convenzionale della sicurez za, e che una furun axionc militare nucleare sia un'altrettanto logica conseguenza della presente e passata preparazione militare. Nel contesto di una simile dottrina, la prepara zione per la guerra nucleare, o anche la guerra nucleare stessa, non com- paiono come follia, ma come una fredda logica perseguita da menti fredde, anche se un po' limitate...". Problema: quale messaggio ha in- teso trasmetterci l'autore con tutte queste parole? Che non è il caso di preoccuparsi della possibilità di una guerra nucleare dovuta ad errore o follia umani? In qualche punto (ma di rado) si fa nel libro uso di formule e notazio- ni semimatematiche. Ciò non facili ta la comprensione: né, presumibil. mente, per chi ha una sindrome di rigetto rispetto ad ogni formalismo più o meno matematico, né per chi è viceversa abituato a considerare ogni uso, purché appropriato, di tale lin guaggio come elemento chiarificato- te. In particolare assai poco illumi- nante è l'appendice intitolata Lap. proccio matriciale, che a chiunque conosca queste cose appare alquanto dilettantesca, ne si capisce per qual motivo sia stata inclusa. Si dice che il comico Petrolini, cs- sendo un suo spettacolo disturbato da un buontempone in loggione che lo interrompeva continuamente, so spese la recita, fece accendere le luci in sala e, fattosi al proscenio, disse rivolto al loggione: "Io non ce l'ho con te, che evidentemente ti diverti cosi: ce l'ho con quelli che ti stanno accanto, che ancora non t'hanno buttato di sotto". Ora anche a me vien voglia di rivolgermi non tanto a J. Galtung, quanto al Gruppo Abele che ha pubblicato questo libro in italiano, a Roberto Fieschi che ha scritto l'introduzione, e alla redazio- ne dell'indice che mi ha costretto a leggerlo per recensirlo Ho conosciuto personalmente Galcung c so che è persona brillante e intelligente, ha pubblicato moltis. simo certamente deve aver scritto di meglio che questo libretto. Al Gruppo Abele vorrei chiedere sc, con tutta la letteratura disponibi le sulla problematica di armi strate gic disarmo, nonché le eventuali connessioni con la tematica ecologi- ca, non sarebbe stato possibile fare una selezione migliore, volendo - iniziativa meritoria- tradurre e pubblicare in italiano un libro su questa materia? Sia a livello dell'in- formazione, che sul piano dei con- cetti (dove, data la complessità della materia, la più attenta cura del rigo- re metodologico ed espositivo e indi- spensabile se si vuol contribuire alla chiarezza), mi sembra non sarebbe mancata un'ampia possibilità di scelte alternative. Al collega ed amico Fieschi vorrei imputare la sua presentazione (pe. raltro assai stringata e non priva di riserve) che, con la sua chiarezza e ragionevolezza, poco fa presagire della fumosità del testo che segue
    Nascondi TrascrizioneMostra Trascrizione
La Galleria Nazionale

Scarica l'app

Esplora i musei e divertiti con Art Transfer, Pocket Gallery, Art Selfie e altre funzionalità

Design: ti interessa?

Ricevi aggiornamenti con il tuo Culture Weekly personalizzato

Ecco fatto

Il tuo primo Culture Weekly arriverà questa settimana.

Home page
Discover
Gioca
Qui vicino
Preferiti