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Rassegna stampa, Oggetto 302

Lonzi Marta18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italia

  • Titolo: Rassegna stampa, Oggetto 302
  • Creatore: Lonzi Marta
  • Data di creazione: 18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001
  • Trascrizione:
    Come in un eterno gioco delle parti i letterati francesi, fino a quel momento imbevuti di natura- lismo e materialismo, giunti agli sgoccioli del se- colo fanno il grande volta fa faccia e si esicconvettono alla religione del bello (con i suoi inevitabili con- notati di classe) e alla religione tout court. E lo scrittore cattolico nelle sue diverse varianti diven ta una riconoscibile figura fin de siècle, basti pen- suru a Leon Bloyo a Villiers de l'Isle-Adam. Una la in grande confidenza con Belzebu, come si e , Joris-Karl Huysmans CONTROCORRENTE Frassinelli pp. 288. f. 14.000 fortuna straordinaria può apprezzare pienamente nelle atmosfere sulfu. Tee dell'opera successiva di Huysmans, la bus (1891) romanzo del satanismo e del revival occul- tista di fine '800, incentrato sulla terribile figura di Gilles de Rais, alias Barbablu. Ma Joris è tanto più religioso quanto più è blasfemo e viceversa e in dulge a quell'amore del paradosso e dell'iperbolo che tanto spesso si riscontra fra i veri mistici e che qualche secolo prima gli avrebbe guadagnato il ro- go. Se poi fosse vero mistico è difficile dire. Il suo eroe. l'esteta misantropo Des Esseintes, per disgu- sto del mondo e della volgarità dei tempi moderni decide di seppellirsi (letteralmente) in casa, dopo averla organizzata fin nei minimi particolari come un interior decorator ossessivo e fobico. E del me nu delle nevrosi Joris-Karl è un vero maestro. Fos- se stato un pittore antico si sarebbe chiamato il Maestro dell'Eroe nevrastenico e feticista. Des Esseintes è il capostipite di una serie di solipsismo e dal desiderio di vivere una vita ini personaggi, tutti accumunati da una buona dose di tabile, ovvero di trasformare tutto ciò che è na- turale in artificiale, forzando le leggi della natura e sottraendosi ai condizionamenti della società. Co- si l'eroe controcorrente si rinchiude in una sorte di mausoleo in cui si mescolano una funerea bellezza e il bric-a-brac del kitch internazionale fra pareti ovattate e protette da tappezzerie fitte e impenetra bili, perché del mondo non giunga neppure il bru- sio. Idea, questa, resa con forza dall'immagine di copertina di questa nuova edizione Frassinelli, dove, fra i panneggi di una tenda di raso imbottito. pesante e sfarzoso sipario che si chiude sul mon- do, troneggia un'enigmatica pera. una versione decadente e bla- stituisce la prodigalità e la più grande indulgenza nei confronti delle esotiche manie. 11 dandi- smo, Andrea Sperelli, Dorian Gray, il Charlus del la Recherche, o perfino i film di Peter Greeneway sono gli ovvi, istintivi riferimenti. Ma lo si ritrova, oggetto di divertito rovesciamento o ripresa in chiave parodica, in Palazzeschi, Petrolini nella fa- miglia Addams, in Rocky Horror Picture Show, Brancaleone... una vera miniera/maniera, dunque alla quale per più di un secolo tanti hanno conti- nuato ad attingere a piene mani romanzo di Napoleon Baccino Ponce de León. E il raccon- Come pere per riempire di parole quella immensità. Dita che alla povertà monacale so- il manifesto la talpa libri VI SESSANTARICH AMERICA LATINA Verso le Molucche, viaggio circolare tra inganni e bonacce del Pacifico mente. Dando ascolto alla voce dei vinti, di quegli uomini pron- ti a sfidare il mare e la morte, si racconta una storia diversa, vi- sta dal bassos e contrapposta a quella dei potenti. L'aria riempiva lo immense tele bianche, l'acqua scorreva sotto lo scafo e la terra girava la sciando la Spagna dietro di sé. Tutte le cose si mettevano in movimento e si allontanavano da noi che immobili ci lasciava- mo rubare il mondo che ci ap- parteneva. Nessuno sapeva in realtà dove andavano le cose che si allontanavano da noi quella mattina. Nessuno, tranne il Ca- pitano, conosceva la destinazio ne della flotta. Nessuno sapeva che l'arrivo doveva coincidere con il punto di partenza. Un viaggio circolare che raggiunge allontanandosi e si allontana av vicinandosi. Un gruppo di uo- mini che si era lasciato sedurre III. da America Latina 1492.1992, Leonardo De Luca ed. da un bando che parlava di oro e spezie, ma che non citava la rot- ta né la durata dell'avventura. Man mano che i giorni si sus. seguono uguali, nella quiete mortale dei mesi passati in mezzo all'oceano chiamato per questo Pacifico da Magella- no senza un alito di vento, sospesi nel tempo e circondati dal nulla, non resta altro che aspettare dando spazio ai so gni parlares CLAUDIO TOGNONATO COSTO 1519, un muto stu- pore si espande nel paese. Per un istante ogni attività pare arrestarsi. Si tace, si chiu- de, si spegne, perfino gli sguardi sembrano pietrificati di fronte al fascino di quel magnifico spie- gamento di vela che si distendo- no al vento. Il fiume smise di correre. Il sole di salire nel cielo. Le nuvole di passare. Gli uccelli rimasero sospesi nell'aria quie- ta... Il tempo sembrava annulla- to, e forse saremmo rimasti cosi per l'eternità se una salva d'arti- glieria non avesse rotto l'incan tesimo. Il rombo potente del annoni dell rotold per le strade e le piazze di Siviglia e si perse in lontanan- za.... Lentamente, senza nemmeno agitare le acque, scivo- lano le cinque navi. Cominciava il lungo viaggio di Magel lano e dei suoi 250 uomini alla ricerca di un passaggio ver so l'arcipelago delle spezie, verso Maluco, nome che nel Cinquecento si dava alle isole Molucche e che è il titolo del pancia Maluco è il primo romanzo di Baccino Ponce de León. Uruguayano, nato a Montevideo nel '47, critico letterario che ama il mare e trascorre intere stagioni a Punta del Dia- blo, un villaggio di pescatori di squali. Anni di studio, un'accurata ricostruzione della vita e dei costumi nel seco- conti, nella prestigioso promo Casa de las Amoi cas. Romanzo storico, tragicamente allegro e fantasioso, Maluco è l'eterna utopia che insegue ogni esperienza uma na. E i troppi refusi Napoleon Baccino Ponce de Leon MALUCO possono restare in se- condo piano di fronte all'accurata traduzione che lascia intatto lo splendore di uno dei li bri più belli dell'anno. una la prima del globo, se non fosse che le avventure dell'umanità, quel le di came e ossa, sono il piu delle volte tragedie vere. Settembre 1522. dopo tre anni rientra la spedizione, ma al porto di Siviglia tornano solo 18 uomini. Per la voce narrante, un buffone di Sua Maestà, sono invece 19. lui il diciannovesimo, testimone scomodo che scrive una lettur al re Carlo V affinché reinserisca il suo nome tra i superstiti. dell'equipaggio, e che gli era stata tolta per aver raccontato una versione diversa da quella ufficiale. L'autore ha scelto di dar voco al picaresco parlottare di Juanillo, un nano, un dare il mondo soltanto dal trono, e la caterva di adulatori della tua corte soltanto in in faccia, incipriata e composta dal l'ipocrisia. Invece sotto un tavolo le cose si vedono diverse MUSICA Da Carlo Martello a Marinella, sulla «cattiva strada» di De André ANDREA COLOMBO F ABRIZIO De André e una figura unica nel panorama della musica italiana. Impossibile catalogarlo alla vo- ce cantautoris, per quanto cantante e autore lo sia di certo. Anche più difficile considerarlo una rockstar, anche se i suoi concerti con i New Trolls o la con la Pim non han no nulla da invidare a quelli delle star del rock nostrano. Difficile cavarsela anche con lo straclassico musicista speri Canzoni, amori mentales passi pure, ma a patto di non confonderlo con autori e amicizie quali Franco Battiato o l'amico di un poeta Ivano Fossati. Per essere uno musicista amato sperimentatore De André e sin- golarmente privo di ogni intel- lettualismo, vexzoso o sostan da molte ziale che sia. Se si volge alle so generazioni norità mediterranee, non lo fa con lo spirito del musicista col- to, ma con quello un po' sognante, un po' rabbioso, molto curioso, del poeta di strada. Per un autore tanto unico in Italia da rendere inevitabi- le il paragone con Dylan, un libro altrettanto poco conforme alla sterminata produzione editoriale dedicata alla musica, La cattiva strada. E' la seconda edizione, completamente ri- vista, aggiornata e ampliata della raccolta dei testi curata da Doriano Fasoli con annessa discografia completa, curiosità incluse, curata da Luciano Ceri. (Edizioni associate, pp. 279. £. 29.000). I testi stessi, però, arrivano solo dopo una ampia raccolta di testimonianze su De Andre uomo e musi- trad. di Gianni Guadalupi Anabasi pp. 353. £. 32.000 Doriano Fasoli LA CATTIVA STRADA Edizioni Associate pp. 279. £. 29.000 giovedi Il gennaio 1996 JORIS-KARL HUYSMANS La bibbia decadente di un eroe blasfemo cista e una lunga intervista, tra le meno formali e retoriche che si possano immaginare. Tra le te- stimonanze quella di Paolo Vil- laggio è davvero speciale. Coau- tore della famosa Carlo Martello, il creatore di Fantozzi è amico del musicista da sempre, dall'in- fanzia, da quando, di cotto anni più grandes, iniziò, come dice lui, a fargli da padre. Cosi il suo racconto può permet- tersi di essere tanto pieno d'uffetto e di vera intimità quanto della borghesia ma non per questo borghese, lo spigolo modo suo i segreti di un classico ribelle fi- sità del carattere, l'astuzia mascherata da ca febbrile di conferme nel successo per provare a se stesso tello scomodo che prendeva dieci in ginnastica, non solo in italiano e filosofias. glio a ricer Nell'intervista, Fabrizio De André racconta la vita e i dischi, da un lato gli amori, i figli, il sequestro in Sardegna, dall'altro, disco per disco, il percorso che dalla rivolta anti- conformista degli anni Sessanta porta alla musica etnica del capolavoro Creuza de ma e poi di Le nuvole. E' ovvio che nella chiacchierata si ritrovi molto più il secondo l'au- tore maturo che ha messo a fuoco l'interesse per tutto quel che è stato messo ai lati dal mainstream culturale, e parten- do dal pellerossa, passando per la Sardegna, è arrivato alla sua Genova e di qui, adesso, guarda al mondo arabo. Ede sfema un autore molto diverso da quello diventato ormai un clas- sico dei primi dischi. Ma quando poi si passa ai testi si sco- pre senza sforzo la continuità che tiene insieme le diverse fasi. Il sentimento, più che la riflessione che lo ha spinto di volta in volta a guarda- re il mondo dal punto di vista più eccentrico rispetto ai luoghi co muni di volta in volta imperanti. MARIA BAIOCCHI OPO UN LIURD del genere, al suo autore resta che tra la canna di scegliere scriveva nel 1884 Barbey d'Aurovilly di Contro- corrente, romanzo di Joris-Karl Huysmans oggi ri- pubblicato nella nuova bellissima) traduzione di Fabrizio Ascari nella collana I Classici Classici di Frassinelli. Una diagnosi di grande chiaroveg- geuza quella di Barbey d'Aurevilly, giacche Huy- smans nel giro di meno di un decennio si sarebbe fatto monaco. Sorte bizzarra quella dell'autore, di professione impiegato al ministero degli interni, dove, come un mandarino della migliore tradizio ne imperiale (in fondo siamo in Francia) scrive tutte le sue opere maggiori Naturalmente durante le ore di lavoro. La sua produzione letteraria segna tutte le tappe della letteratura francese dell'ultimo quarto del secolo scorso e infatti i suoi primi scrit ti. Marthe (1876) e Sac ou dos ('80) rientrano per fettamente nello spirito naturalista del gruppo che si riuniva attorno a Zola, gruppo del quale del re- sto il primo Huysmans fa parte. Ma al di là delle etichette (nessuna più appropriata di quella che definisce contro corrente la Bibbia del Decadentismo) il libro, che mescola con auda- cia religiosità ed esteti- smo, ha conosciuto una
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