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Rassegna stampa, Oggetto 309

Lonzi Marta18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italy

  • Title: Rassegna stampa, Oggetto 309
  • Creator: Lonzi Marta
  • Date Created: 18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001
  • Transcript:
    CULTURA un prodotto di freschissima nascita. Michael Daley, un giornalista ingle- se che ha scritto per l'Independent sulla Sistina, si è preso la briga di mettere a confronto le dichiarazioni dei restauratori nel corso degli anni. Per esempio quelle riguardo a un solvente, l'AB57, che all'inizio veniva definito sicuro per il buon fresco perché attaccava solo i materiali or- ganici, non i minerali. Qualche anno dopo gli stessi restauratori annun- ciavano di aver chiuso con il medesi- mo AB57 a vantaggio di qualcosa di più sicuro e più dolce perché nei blu del Giudizio Universale c'era la pislazzulo, cioè un minerale. Ancora riguardo alla Sistina è storia nota, poi, fra gli esperti che parecchie let tere anonime sono circolate metten- do in dubbio tecniche e materiali usati nel restauro, tanto precise tec nicamente da far pensare a un caso di spionaggio industriale. Beck non è a favore di questi siste- mi. Lui firma con nome e cognome, per esempio scrivendo a De Bene detti come ha fatto due volte in que sti sei mesi per chiedere un pubblico dibattito prima di metter mano alla Trinità del Masaccio: «L'ultima an- che con la ricevuta di ritorno, ma non ho avuto risposta. Ma non si meraviglia affatto, il professore americano, davanti alla pressione di interessi industriali: «A prima vista quello del restauro non è un grosso mercato, pero, attenzione: ci sono oli sperimentati per la protezione delle sculture che costano 100.000 lire al litro, se si dimostrano efficaci poi possono essere usati per le facciate, allora non è più un "business" irrile- vante. Non dico di non sperimenta- re, dico di non farlo sur capolavori In realtà nessuno difende gli in terventi whardo, semmai c'è chi sot- tolinea altri fattori. Per esempio Giorgio Bonsanti, direttore dell'opi- ficio delle Pietre Dure, spiega come, in certi casi, il problema del consoli- damento sia cosi urgente da poter andare a scapito dell'aspetto genera le di un'opera: Per questo chiedere un interruzione è una solenne fesse- ria. La Gregori dica pure che biso gna fermarsi, noi rivendichiamo la nostra professionalità, non lavoria mo a casaccio. Del resto la ricerca sulle tecniche va avanti se si lavora, non se si sta fermis. E qui Bonsanti si ritrova insieme a Gherpelli, che anche uno degli organizzatori del convegno di Ferrara e che non ha troppe diffidenze verso le nuove tec- 108 nologie: La demonizzazione dei ma- teriali non naturali va superata. Ci sono state esperienze deleterie ma non è valida in assoluto l'equazione quel che è naturale funziona, il re- sto no...". Si potrà vedere anche al EUROPEO 38/20 SETTEMBRE 1991 salone di Ferrara: molti oli e molte resine finora chiacchierati sono stati enormemente perfezionati. L'idea di un "break", poi, è balzana, nel no stro paese la durata delle interruzio- ni è sempre imprevedibile, chissà quando si ricomincerebbe a restau rares, Quel che invece mette tutti d'ac. cordo e la necessità di un controllo forte sul complesso degli interventi. L'arrivo massiccio delle sponsoriz zazioni sarebbe una vera manna se non fosse, a volte, viziato da quella che Mina Gregori chiama la logica dell'Hilton Cioè arrivare in una città e voler fare l'albergo nel posto più bello e col miglior panorama, magari a costo di alterare un equili- brio di secoli Detto in parole crude e il rischio che lo sponsor voglia l'opera di mag . gior lustro per la sua operazione an- che se nel tal museo, ad esempio, non è quella che ha più bisogno di cure. L'individuazione delle opere su cui intervenire spesso nasce al di fuori delle vere competenze. Ouesto, oggi, e il problema piu eclatantes, in- siste la Gregori. Un compito di con- trollo e di indirizzo, teoricamente, dovrebbe toccare ai due istituti Centrale di Roma e l'Opificio fioren tino ma sia Baldini sia Bonsanti fanno capire che siamo abbastanza lontani e anche Pio Baldi, vicediret tore dell'Istituto romano, ammette che per le sponsorizzazioni non c'è un tracciato procedurale preciso: In questo campo tutto è molto nel Foto: Owino delle Preise Owe bucal Guide Man Giorgio Bonsanti, a sinistra, el laboratori dallOpificio delle Pietre Dure a Firenze 8, sotto, nell'altra pagina, un particolare della Madonna del Ghirlandalo. racontamente restaurata dall'Opificio, prima dopo l'intervento Solto, James Back docente alla Columbia, che ha ingaggiato furiose polemiche con gli operatori italiana a destra, uno dei « Mesi dell'Antslami a Parma Lava bianco di EUGENIO TASSINI 0 gni restauro è un malinco- nico inganno. I quadri, gli affreschi, le statue, i mo numenti, le fontane di Trevi se ne vanno via, sotto i nostri occhi inorri- diti, corrosi dai giorni, sciupati dai vandali, avvelenati dalle nostre città. Si staccano i colori e i cornicioni, le teste e i piedi, i fregie i nasi. Si rimo- dellano i marmi, dove sono stati ac- carezzati, baciati, calpestati. Cosi le opere d'arte vivono, e quin di invecchiano, e un certo giorno muoiono. Noi vorremmo impedire tutto questo, fermarle in una remo- ta, irreale e lucida eternità, afferma re che noi, mortali, siamo capaci di sconfiggere la morte per gli oggetti che abbiamo creato. Non è per i po steri che li laviamo, puliamo, ridi- pingiamo e affannosamente cerchia- mo di mascherare la naturale deca- denza. E per noi che lo facciamo, per assicurarci una porzione di im- mortalita Tecniche sempre più sofisticate, e contestate, ci restituiscono quadri con colori sfavillanti e gli studiosi ci assicurano che senza dubbio erano proprio quelli che avevano visto qualche secolo prima, nel giorno della creazione, e non gli altri che abbiamo amato nelle penombre del le chiese o del tempo. Ma il fumo lento delle candele o quello eruttan te dei gas avevano lavorato quelle fi- gure non meno dell'artista, e a nes- suno viene in mente che i colori con sumati sono la sua, e la nostra, vita che le parti aggiunte da altri sono la nostra storia e che è bello sapere che non sarà sempre li uguale a se stes- so, e che è un privilegio poterlo am mirare ancora. Ogni restauro è una magnifica il lusione. Sembrano falsi i quadri e gli affreschi e di plastica i monumenti. Si moltiplicano per Roma chiese bianche che abbagliano d'improvvi- so, in una piazzetta, fra cori di mera- viglia perché, si sostiene, riportate alla loro antica purezza Erano cosi belle, grigie. Pareva che soffrissero con noi, che le ore lente e infami le consumassero, che il verme dei giorni le divorasse. Era- no cosi taturali, si capiva che aveva- no respirato la nostra stessa aria. Adesso non ci appartengono più, sono come imbalsamate, irreali, po trebbero essere state costruite nella notte, e forse cosi è stato, nel segreto delle impalcature. vago. Del resto non c'è ancora il re- golamento di attuazione per la legge 512, quella che prevedeva sgravi ti- scali in cambio delle erogazioni a fa- vore di beni culturali da parte delle aziende. Il ministero delle Finanze quel regolamento non lo vuole asso lutamente, anzi poco tempo fa For mica parlava di attenuare i meccani smi di detassazione previsti dalla leggen, oggi, insomma, le sponso rizzazioni danno un vantaggio solo per il ritorno di immagine, non dal punto di vista fiscale. Sembra lo stesso eccessiva l'arrendevolezza mi- nisteriale dimostrata dal funziona- rio che confessa, candido: "In gene- re fa tutto lo sponsor: individua l'o- pera, ce la segnala e porta anche i suoi restauratorio, e davanti ad at teggiamenti come questo che si inal- bera Alessandro Conti, docente all'u niversità di Milano, autore del capi- tolo sul restauro in un'enciclopedia di prossima pubblicazione presso la Jaca Book nonché critico al vetriolo nei confronti di gran parte delle ope- razioni degli ultimi anni. Conti ha il pregio semplificatorio di vedere ne ro dappertutto, anche gli interventi dei restauratori di Stato lo convinco- no poco o punto. In genere, invece, linee e posizioni di restauratori, sto rici e critici d'arte si intersecano in un groviglio di partiti trasversali che impedisce la definizione di scuole contrapposte. A rischiare grosso, semmai, sono i ragazzi delle scuole. C'è chi giura che tante proteste contro i lavori alla 109 Sistina nascono di I: dai manuali che bisogna riscrivere per mettere Michelangelo più vicino al Pontor Enrico Mannucci EUROPEO 38/20 SETTEMBRE 1991 mo.
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