ARNALDO TESTI, L'end progressi
sta negli Stati Uniti, il Mulino,
Bologna 1984. PP. 367. Lit.
30.000
Libri di Testo
L'insegnamento della storia americana
MALDWIN A. JONES, Storia degli
Stati Uniti un popolo e la sua l-
berts, Bompiani, Milano 1984,
ed, orig. 1983, trad. dall'inglese
di Enzo Peru, Giorgio Bombi,
Anna Maria Lichtenberger, Ros-
sella Bernascone, pp. 597, Lit.
45.000
GIUSEPPE MAMMARELLA, L'Ame:
nica da Roosevelt Reagan. Sto
ne degli Stati Uniti dal 1939 a
oggi Laterza, Bari-Roma 1985,
pp. VIII-553. Lit. 55.000.
I saggi raccolti da Arnaldo Testi in
questa antologia preparata per la se
zione di storia nordamericana della
collana Problemi e prospettise-Serie
di storia del Mulino presentano un
panorama molto articolato e stimo
lante di quanto la recente storiogra
fia statunitense è andata elaborando
sull'età progressista. Gli anni tra il
1900 ed il 1917 - entro questi limi-
ti viene pressoché concordemente
incasellata l'età progressista - furo
no quelli in cui la cultura politica e
sociale americana espresse il massi
mo sforzo riformista. Ciò avvenne in
parallelo ed in ragione della crescita
e della stabilizzazione di una mo-
derna società industriale, di massa,
burocratizzata ed in parte ammini-
strata dal governo federale. Questi
anni hanno costituito dal secondo
dopoguerra un settore di ricerca
molto frequentato dalla storiografia
statunitense, come afferma Testi
nella sua bella introduzione, "la
progressive era è diventata un vero e
proprio laboratorio di studi, un ter-
ritorio privilegiato dove si sono eser
citate, in un complesso intreccio,
nuove ipotesi storiografiche, rifles.
sioni politico-culturali, e ambizioni
professionali". Il perché di tanto in
teresse appare evidente, quando si
consideri che i meccanismi di fun.
zionamento della società contempo-
ranea, il complesso rapporto tra ca
pirale e lavoro, tra economia e poli
tica, tra moodo produttivo e stato
furono elaborati negli Stati Uniti
proprio in quegli anni più e meglio
che in altri paesi occidentali che pu-
re avevano la stessa necessità di ope-
rare la trasformazione da un capitali
smo lasciato a se stesso ed alle leggi
del mercato ad un capitalismo rego
lamentato in qualche misura dallo
Stato.
Nel primo quindicennio del No-
vecento gli Stati Uniti dovettero ap-
punto far fronte ad una necessità
strutturale di mutamento che veniva
richiesta da più soggetti sociali e che
si era manifestata fin dagli ultimi
decenni dell'Ottocento. Il ripetersi
di crisi finanziarie seguite da gravi
depressioni (nel 1873, nel 1884, nel
1893), l'espansione dei rusks, la cat
tiva distribuzione della ricchezza, il
manifestarsi di una forte conflittua
lità sociale in scioperi che talvolta
portavano a scontri violenti, il pres
soché endemico disagio dei farmers,
le misere condizioni del proletariato
industriale ncgli sur la crescita
della "nuova immigrazione, la cor-
ruzione politica evidente soprattutto
nelle grandi città, le denunce dei
krakers, tutto ciò aveva tese evi-
dente l'esistenza di malfunzioni nel
sistema capitalistico e la necessità di
intervenire onde garantire la pace
sociale in cui il capitalismo potesse
continuare a svilupparsi
Testi e studioso noto di problemi
della società americana all'inizio del
Novecento, avendo pubblicato anni
addietro una originale ricerca sui so
cialisti del Wisconsin, che fu uno
degli stati più avanzati nell'esperi-
mento progressista. E pertanto con
sicura competenza che egli ha scelto
i saggi di questa antologia e steso la
L'INDICE pag. 20
N. 9
di Anna Maria Martellone
analizzato da James Weinstein, al
culturalermo dí Herbert Gutman ed
alla new social bistory.
Testi ha preferito scegliere i saggi
dell'antologia tra i contributi più re-
centi, elaborati dalle varie subdisci-
pline della social history (storia poli-
tica, etnoculturale, storia delle don
ne, storia delle amministrazioni lo.
Manuali di buona qualità
di Guido Quazza
CARLO CARTIGLIA, Storia e lavoro storico, 3
voll. Loescher, Torino 1985, pp. XI-386,
VIII-384. VIII-400, s.i.p.
lucida introduzione. In essa l'autore
inizia con il passare in fassegna le di-
verse interpretazioni dell'età pro-
gressista fornite dalla storiografia
americana dagli anni Quaranta ad
oggi. E naturale che queste interpre
tazioni risentano tutte del momento
storico in cui vennero elaborate, e
negli ultimi anni anche di acquisi-
zioni metodologiche nuove che han-
no introdotto nell'indagine storica
specificità prima scarsamente o nien
te affatto presenti come tali, quali la
storia urbana, la storia quantitativa,
la nuova storia politica, la nuova la
bor history, la storia delle donne, la
storia dell'immigrazione. Testiti
percorre con grande chiarezza le tap-
pe di quarant'anni di lavoro sul pro
gressismo, dalla scuola storica del
CORTERIO, che ha avuto il suo massi
mo esponente in Richard Hofstad
ter, agli organizzati ai quali apri
la strada un famoso libro di Robert
Wicbe, The Search for Order, alla
scuola revisioniste rappresentata da
William Appleman Williams e GA-
briel Kolko, al corporate liberalism
Nella sempre crescente quantità di ma-
nali di storia per la scuola media continas
scarseggiare la buona qualità, e il fatto e la
to pin sorprendente e dannoso se si considera
che anche i programmi ministeriali del '79
NON JONO pripi di giusti stimoli. Il testo di
Cartiglis appare come un autentico sforzo di
innoware, di innovare wel nodo centrale
d'ogni manuale, che è dentro il rapporto fra
didattica e ricerca scientifica. Lo sforzo 2 cer
tamente favorito dalla consergenza sugli stru-
menti che si stabilits fru l'inventività
dell'autore e la disponibilità dell'editore. Lo
dimostrano, fra i segni in evidenti, l'adozio
ne dell'agile formato medio-grande, l'usoge
meroso dei colori, dei segni dei caratteri e dei
corpi, la collocazione e il rilievo dei titoli, il
struzioni, la grande ricchezza di queste e delle
carte, dei diagrammi, delle tabelle, dei dise-
gni
L'ispirazione e l'impianto di Carriglia mi
TANO CON coerenza e tenacia a scomporre la di-
versa e composita realtà dei problemi di mi
gliaia di anni per ricomporla in proposizioni
nitide ed essenziali secondo linee disegnate
CON dubbio metodico cartesiano ma modula.
te secondo uno schema costante. Cið permet
te l'uso generale, per non dire organico, della
comparazione, che il nocciolo d'ogni discor-
SO si valori. Cartiglia parte sempre dalle con
dizioni del terreno e dalle sue possibilità di
sfruttamento per indicare la generi degli
aspetti che veramente contano: la diversifica
zione sociale che la lavorazione di esso s via
ricana
A proposito di didattica universi
taria della storia americana, è da no.
tare come questa collana di america
nistica del Mulino stia poniendo ti
medio ad una carenza di buoni testi,
pensati da docenti italiani per stu.
denti italiani. Rimane tuttora un
considerevole spazio vuoto nella ma
via producendo, le gerarchie di potere che ne
nascono, il sorgere delle esigenze di organiz
zuzione colletti, le spiegazioni e riflessioni
sull'esperienza individuale e sulla convivenza
colletting
Particolarmente esemplari mi paiono, IN
confronto alla ripetitività della stragrande
maggioranza dei manuali, i capitoli dedicati
alle lontanissime prime età della presenza
umana e agli antichi imperi. Gia in essi si ar
perte, come con pienezza Apiene poi nel se-
condo e nel terzo volume, un rilettura diret
la della produzione specialistica. La facilità di
un dettato che non scade mai nell'ovvio con
Segue - ecco il dubbio metodico - dalla
piena consapevolezza della provvisorietà dei
risultati storiografici e dalla necessaria plura-
lità delle ipotesi di ricerca. In questo quadro
perfino l'histoire bataille trova il suo posto
senza che si perda la primazia dell'intreccio
fra il sociale e , privato e il
Spiace che lo spazio non consente di ana-
Jizzare le vie specifiche del metodo wsato da
Cartiglia. Cerco di riassumere l'essenziale.
Una narrazione che procede senza indulgenze
per i dati secondari attraverso una definizione
dei concetti generali seguita dall'indicazione
degli esempi pið eloquenti della loro realiz-
zazione. Un riferimento sempre esplicito
all'esperienza attuale dei ragazzi ma integra-
to col richiamo alla lentezza e lunghezza del
cammino compiuto da situazioni radicalmer-
te diverse: si leggato in proposito le pagine
sulla scoperta del fuoco, della ruota e sulla lo-
il vivere quotidiano dell'uomo, o quelle sul
ro enorme potenzialità di sviluppo per tutto
nualistica per l'insegnamento della
storia generale, nella quale il solo
diagene er en specifici di quel wasto Raimondo Luraghi si è cimentato.
e
grande respiro di tutta la storia ame-
ricana. La cosidetta storia generale e
cali, e cost via), che hanno recupera
to l'analisi di momenti particolari e
vece di focalizzare l'indagine, come
era stato di parecchie interpretazioni
precedenti, sulla visione di lunga
durata del progressismo, sulla sua
processualità, le cui lunghe radici e
lunghe propaggini ci porterebbero
dal populismo al New Deal (tale e
ad esempio, l'interpretazione di
Hofstadter nella sua Em deile rifor
L'antologia si raccomanda oltre
che per l'interesse dei saggi e per la
concisa ma esauriente panoramica
storiografica contenuta nell'introdu
zione, anche per quella considerevo
le parte dell'introduzione medesima
che Testi dedica a narrare la storia
dell'età progressista, non trascuran
do nessuna delle sue molteplici sfac-
cettature. Pertanto, dalla lettura di
questo libro potrà trarre vantaggio
non solo il lettore medio, ma anche
e soprattutto lo studente universita-
rio che segue un corso di storia ame-
assai difficile da condensare senza
per quanto riguarda gli Stati Uniti,
semplificarla brutalmente, necessita
di molti agganci alla storia economi-
ca ed ha inoltre tempi rapidissimi,
dato che sovente accadono più cose e
cambia più il corso degli eventi in
un mandato presidenziale di quattro
XIV. Quando poi la si vuol imparti-
anni che non in tutta l'era di Luigi
re a studenti di solito digiuni della
materia se non per cognizioni molto
superficiali e generiche, è difficile
trovare un taglio interpretativo che
la renda praticabile con profitto in
un anno di frequenza universitaria.
Le traduzioni di ricostruzioni d'in
sieme americane sono scarse, e que
sti libri sono in genere poco adatti
alle esigenze d'informazione e disti
molo intellectuale dello studente
italiano, perché troppo interpreta
tivi e scarni di fatti, o perché soddi
sfacenti nell'informazione ma in
sopportabilmente patriottici e privi
di qualsiasi accenno a diversità non
inquadrabili in una visione consen
suale della storia americana. E dun-
que molto interessante sfogliare
questa tempestiva (l'edizione ingle.
se e del 1983) traduzione italiana del
libro dell'inglese Maldwin A. Jones,
storico di solida fama, che anni ad-
dietro si cimento con pieno successo
in una esemplare storia dell'immi-
grazione in America
Il grosso volume di Jones (titolo
originale The Land of Liberty
American History, 1607-1980) è sta-
to preparato per la collana The Sbor
Oxford History of the Modern
World della Oxford University Press
e tale destinazione collana di sto
ria fout court, senza ulteriori specifi
cazioni quali sociale", "politica",
"economica" - ha indotto l'autore
a scrivere una storia narrata cronolo-
gicamente in cui ha cercato di dar
conto di tutto, dalla politica all'eco-
nomia alle arti alle lettere.
La narrazione, molto sintetica
all'inizio, si fa via via più dettagliata
con gli ultimi cento anni che occu-
pano più di trecento pagine e più di
settanta pagine dedicate agli anni
dal dopoguerra all'elezione di Rea.
gan , nel trattare dei quali Jones non
dimentica i numerosi problemi delle
minoranze, la crisi delle città ed il
movimento di liberazione femmini-
le. In questa enorme mole di mate.
riali Jones si muove con sicura com-
petenza, come è provato dalle più di
venticinque pagine di bibliografia
ragionata che chiudono il volume e
che includono una gran parte degli
studi pis importanti di storia ameri
cana usciti in lingua inglese negli ul.
timi quarant'anni. La trattazione di
Jones è quindi perfettamente al cor-
rente dei maggiori dibattiti socio-
grafici su tutti gli argomenti trattati,
anche se poi la scelta di coprire tutto
l'arco della storia degli Stati Uniti
induce l'autore a richiami molto
fuggevoli a posizioni storiografiche
importanti richiami impliciti che
l'assenza di note di riferimento bi
bliografico, consuetudinaria in ape.
re di questo tipo, tende decifrabili
solo a chi abbia presente lo svolgersi
e lo stato attuale di vari dibattiti sto
riografici
E questo il caso, tanto per rimane
re sul progressismo, dell'accenno al
le testi revisioniste di pagina 332
("infine il mondo degli affari e i fi-
nanzieri, pur essendo spesso l'obiet
tivo delle riforme progressiste, ne
erano a volte anche i sostenitori più
attivi"), che nelle stesse pagine si in
treccia ad una menzione delle tesi
interpretative di Hofstadter con il
quale l'autore si dichiara non del
tutto d'accordo ("Alcuni storici met
tendo in risalto la provenienza dei
suoi (del movimento progressista]
leaders dalla media borghesia hanno
ipotizzato che costoro fossero moti-
vati dal desiderio di riguadagnare lo
status sociale che avevano perso alla
nuova aristocrazia corporativa. Ma
non c'è nulla a sostegno di questa
tesi e sembra che quello che preoc-
cupava veramente i progressisti fosse
la tendenza dell'industrializzazione
e della centralizzazione a distrugge
re l'armonia sociale) e immediata
mente dopo ad un richiamo al fon-
damentale The Search for Onder di
Robert Wiebe con l'asserzione che i
progressisti erano ispirati, oltre che
da interessi
economici, da desideri
di efficienza, ordine, unità sociale,
>