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Rassegna stampa, Oggetto 392

Lonzi Marta18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italy

  • Title: Rassegna stampa, Oggetto 392
  • Creator: Lonzi Marta
  • Date Created: 18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001
  • Transcript:
    PREMI LETTERARI c'è ri di servano i resti di individui di cui non piu memoria né traccia all'infuo quella 19 Aprile. Fra una settimana si chiude la raccolta per il primo anno dell'Archivio premio. Abbiamo rice- vuto tre diari sulla campagna di Russia. Due di questi mostrano che i rispettivi autori si sono sfiorati nella valle della morte", durante la ritirata dal Don: nel gelido fragore uno dei due vede che altri vengono intrappolati, mentre loro riescono a uscire dall'accerchiamento. Bodini finirà in prigionia, mentre l'altro tornera in italia. Bodini sopravvive rà ancora a lungo. L'altro, Ruscelli morirà ancora camicia nera, volon- tario nella Repubblica sociale. Tutti e due ce l'hanno più coi russi che con i fascisti italiani che li hanno mandati a morire. Il confronto e l'embrione dello scopo per cui si è fatto l'Archivio: la storia dal basso. 25 Aprile. Quarant'anni fa non avevo probabilmente l'età per ap prezzarlo: il diario di mio padre (luglio '43-aprile '45) l'ho letto vera- mente solo adesso. Ovviamente non parteciperà al concorso, che è uno stimolo per chi non aveva mai im- maginato di potersi "liberare" dal diario dandolo alla società cui --- in fondo era destinato. Mi scrive da Milano Adele Canilli: «Da quando ho scritto nel lontano 1950 (per ap- provazione di Benedetto Croce) ''U- na filosofia come diario" so di avere tracciato la mia autobiografia, il mio diario... leggiamo diari autentici o autobiografie, sui muri degli edifici, nei quadri, nelle sculture...». Parlando del nostro archivio alla radio, un letterato puro come Gianni Scalia esita a elogiarlo: «Diario non è letteratura. In effetti un lavoro che non si stacca dal suo autore stenta ad apparire creativo. Un dia rista, Enzo Ariani, si compiace del l'iniziativa che ha creato la "banca dei diari" ma diffida del premio: «Non posso approvare l'altro risvol to: perché premiare un diarista? Difende la riservatezza del diario. Eppure proprio oggi la raccolta si è chiusa con pieno successo sono ar- rivati in tutto centoventi diari, un terzo sono di donne. Roberta Tata- fiore, che mi aveva fatto leggere il suo diario di femminista con dentro tutta un'ansia di capire sesso carat- tere e politica, alla fine non ce l'ha fatta: sarà, dice, per l'anno prossi- Abbiamo invece un operaio metal lurgico abruzzese, Morosini, che rie- voca l'apprendistato infantile dai mo. Natalia Ginzburg, membro della giuria. campi alla fabbrica attraverso uno straordinario favoleggiamento enti moderno; e una ragazza di Bologna, la Federici, che scandisce giornate di solitudine attraverso let tere scritte al padre scalpellino, morto troppo prematuramente, alla madre che l'ha abbandonata da pic- cola, al marito drogato finito in carcere per una rissa omicida (mori- rà poi a Recife, in Brasile) e all'uo- mo che ama e non ama. E c'è l'auto- biografia di un colonnello austriaco dell'esercito imperiale che descrive Milano prima delle Cinque giornate e la sciabolata con cui ha spaccato la testa a un cocchiere italiano u briaco. C'è la figlia della maestra e la raccolta di ricordi della famiglia. Ci sono centoventi storie da leggere e valutare. Per sceglierne dieci. 14 Maggio. Perso dalle sinistre il Comune anche a Pieve S. Stefano Chissà se la nuova giunta de col nuovo sindaco Albano Bragagni, re- pubblicano, appoggeranno l'Archi- vio diari come l'aveva sostenuto la giunta pci col sindaco socialista. Avevamo avuto venti milioni dal Comune e cinque dalla Cassa di Risparmio. Basteranno per setaccia- re tutta questa «polvere degli umili, come se fosse sabbia aurifera? Tro- veremo l'oro? Nella commissione di lettura c'è allegria, come alla vigilia delle vacanze. Un insegnante mi rimprovera - «ti è scappata la ma- no... a proposito del nove che ho dato a una anziana pensionata «marxista-leninista» di Foligno, dia- rista furente, che invece, secondo un altro insegnante è «terrorista» e se- condo una maestra è «monocorde». Il preside, che all'inizio diceva «non si può scrivere se non si è in pace con se stessi è diventato un altro: i diari ci hanno portato a frequentare tutta l'Italia e gente di tutte le classi. Siamo tutti migliori di prima. Riusciamo a stento a sce- gliere dieci diari come promesso. Potevano essere venticinque o tren- ta. Restano fuori, per l'anno ventu- ra, anche Bodini e Ruscelli, e un paio di naturalisti che meritavano più fortuna, un'anziana signora che fra l'altro ha frequentato da vicino Mussolini, una scrittrice mantovana studiosa di dialetti che ricorda le parole della nonna, una signora che ha ricostruito l'autobiografia attra- verso le sue case: case d'Italia e d'Africa. E tanti altri i 20 Luglio. La nuova giunta ha sposato l'Archivio senza esitazioni. Il nuovo sindaco addirittura dice: «faremo quello che non hanno fatto nostri predecessori». Mentre la giuria sta leggendo, arriva il primo diario per l'anno prossimo. Clelia Marchi ha 74 anni, ha fatto la secon- da elementare in anni lontani e da dieci, nelle notti d'insonnia, scrive memorie e poesie, sul cuore e sulla luna, sul sole e sul buio. La sua è 'una elaborazione del lutto, ha co- minciato a scrivere quando le é mor- to il marito. Forse vuole affermare una propria presenza e identità an- che al di fuori di una dipendenza affettiva sconvolta. Confessa di aver sognato sempre di scrivere un libro, anche se per questo la prendono in giro. Quando le è finita la carta, si è messa a scrivere con un pennarello sulle lenzuola: ne ha riempite due, da cima a fondo, con una calligrafia precisa su tutta la larghezza. Scrive in italiano e in dialetto: sa di essere emarginata, ma non rinuncia a fissa re il proprio vissuto. Mi pare un buon auspicio per cominciare il nuo- vo raccolto L'8 settembre ci sarà la premia zione, verrà molta gente da fuori: i diaristi hanno prenotato tutte le po- che stanze che ci sono, altri saranno ospiti di case private. A Pieve c'è come un inizio di risveglio dall'umi- liazione dell'antico borgo distrutto dalla guerra e ricostruito malamente sulle radici umane proprie. La E/sette gli passa sopra e sembra scansarlo. Adesso, all'ingresso del paese metteranno una scritta: Pieve S. Stefano - Città del Diario. E sotto: Archivio nazionale di diari, memo- rie, epistolari. Credo che sia unico in Italia, forse unico al mondo. SAVERIO TUTINO 8 SETTEMBRE 1985 - 109
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