PREMI LETTERARI
c'è
ri di
servano i resti di individui di cui non
piu memoria né traccia all'infuo
quella
19 Aprile. Fra una settimana si
chiude la raccolta per il primo anno
dell'Archivio premio. Abbiamo rice-
vuto tre diari sulla campagna di
Russia. Due di questi mostrano che
i rispettivi autori si sono sfiorati
nella valle della morte", durante la
ritirata dal Don: nel gelido fragore
uno dei due vede che altri vengono
intrappolati, mentre loro riescono a
uscire dall'accerchiamento. Bodini
finirà in prigionia, mentre l'altro
tornera in italia. Bodini sopravvive
rà ancora a lungo. L'altro, Ruscelli
morirà ancora camicia nera, volon-
tario nella Repubblica sociale. Tutti
e due ce l'hanno più coi russi che
con i fascisti italiani che li hanno
mandati a morire. Il confronto e
l'embrione dello scopo per cui si è
fatto l'Archivio: la storia dal basso.
25 Aprile. Quarant'anni fa non
avevo probabilmente l'età per ap
prezzarlo: il diario di mio padre
(luglio '43-aprile '45) l'ho letto vera-
mente solo adesso. Ovviamente non
parteciperà al concorso, che è uno
stimolo per chi non aveva mai im-
maginato di potersi "liberare" dal
diario dandolo alla società cui --- in
fondo era destinato. Mi scrive da
Milano Adele Canilli: «Da quando
ho scritto nel lontano 1950 (per ap-
provazione di Benedetto Croce) ''U-
na filosofia come diario" so di avere
tracciato la mia autobiografia, il mio
diario... leggiamo diari autentici o
autobiografie, sui muri degli edifici,
nei quadri, nelle sculture...».
Parlando del nostro archivio alla
radio, un letterato puro come Gianni
Scalia esita a elogiarlo: «Diario non
è letteratura. In effetti un lavoro
che non si stacca dal suo autore
stenta ad apparire creativo. Un dia
rista, Enzo Ariani, si compiace del
l'iniziativa che ha creato la "banca
dei diari" ma diffida del premio:
«Non posso approvare l'altro risvol
to: perché premiare un diarista?
Difende la riservatezza del diario.
Eppure proprio oggi la raccolta si è
chiusa con pieno successo sono ar-
rivati in tutto centoventi diari, un
terzo sono di donne. Roberta Tata-
fiore, che mi aveva fatto leggere il
suo diario di femminista con dentro
tutta un'ansia di capire sesso carat-
tere e politica, alla fine non ce l'ha
fatta: sarà, dice, per l'anno prossi-
Abbiamo invece un operaio metal
lurgico abruzzese, Morosini, che rie-
voca l'apprendistato infantile dai
mo.
Natalia Ginzburg, membro della giuria.
campi alla fabbrica attraverso uno
straordinario favoleggiamento enti
moderno; e una ragazza di
Bologna, la Federici, che scandisce
giornate di solitudine attraverso let
tere scritte al padre scalpellino,
morto troppo prematuramente, alla
madre che l'ha abbandonata da pic-
cola, al marito drogato finito in
carcere per una rissa omicida (mori-
rà poi a Recife, in Brasile) e all'uo-
mo che ama e non ama. E c'è l'auto-
biografia di un colonnello austriaco
dell'esercito imperiale che descrive
Milano prima delle Cinque giornate
e la sciabolata con cui ha spaccato
la testa a un cocchiere italiano u
briaco. C'è la figlia della maestra e
la raccolta di ricordi della famiglia.
Ci sono centoventi storie da leggere
e valutare. Per sceglierne dieci.
14 Maggio. Perso dalle sinistre il
Comune anche a Pieve S. Stefano
Chissà se la nuova giunta de col
nuovo sindaco Albano Bragagni, re-
pubblicano, appoggeranno l'Archi-
vio diari come l'aveva sostenuto la
giunta pci col sindaco socialista.
Avevamo avuto venti milioni dal
Comune e cinque dalla Cassa di
Risparmio. Basteranno per setaccia-
re tutta questa «polvere degli umili,
come se fosse sabbia aurifera? Tro-
veremo l'oro? Nella commissione di
lettura c'è allegria, come alla vigilia
delle vacanze. Un insegnante mi
rimprovera - «ti è scappata la ma-
no... a proposito del nove che
ho dato a una anziana pensionata
«marxista-leninista» di Foligno, dia-
rista furente, che invece, secondo un
altro insegnante è «terrorista» e se-
condo una maestra è «monocorde».
Il preside, che all'inizio diceva
«non si può scrivere se non si è in
pace con se stessi è diventato un
altro: i diari ci hanno portato a
frequentare tutta l'Italia e gente di
tutte le classi. Siamo tutti migliori
di prima. Riusciamo a stento a sce-
gliere dieci diari come promesso.
Potevano essere venticinque o tren-
ta. Restano fuori, per l'anno ventu-
ra, anche Bodini e Ruscelli, e un
paio di naturalisti che meritavano
più fortuna, un'anziana signora che
fra l'altro ha frequentato da vicino
Mussolini, una scrittrice mantovana
studiosa di dialetti che ricorda le
parole della nonna, una signora che
ha ricostruito l'autobiografia attra-
verso le sue case: case d'Italia e
d'Africa. E tanti altri
i
20 Luglio. La nuova giunta ha
sposato l'Archivio senza esitazioni.
Il nuovo sindaco addirittura dice:
«faremo quello che non hanno fatto
nostri predecessori». Mentre la
giuria sta leggendo, arriva il primo
diario per l'anno prossimo. Clelia
Marchi ha 74 anni, ha fatto la secon-
da elementare in anni lontani e da
dieci, nelle notti d'insonnia, scrive
memorie e poesie, sul cuore e sulla
luna, sul sole e sul buio. La sua è
'una elaborazione del lutto, ha co-
minciato a scrivere quando le é mor-
to il marito. Forse vuole affermare
una propria presenza e identità an-
che al di fuori di una dipendenza
affettiva sconvolta. Confessa di aver
sognato sempre di scrivere un libro,
anche se per questo la prendono in
giro. Quando le è finita la carta, si
è messa a scrivere con un pennarello
sulle lenzuola: ne ha riempite due,
da cima a fondo, con una calligrafia
precisa su tutta la larghezza. Scrive
in italiano e in dialetto: sa di essere
emarginata, ma non rinuncia a fissa
re il proprio vissuto. Mi pare un
buon auspicio per cominciare il nuo-
vo raccolto
L'8 settembre ci sarà la premia
zione, verrà molta gente da fuori: i
diaristi hanno prenotato tutte le po-
che stanze che ci sono, altri saranno
ospiti di case private. A Pieve c'è
come un inizio di risveglio dall'umi-
liazione dell'antico borgo distrutto
dalla guerra e ricostruito malamente
sulle radici umane proprie. La
E/sette gli passa sopra e sembra
scansarlo. Adesso, all'ingresso del
paese metteranno una scritta: Pieve
S. Stefano - Città del Diario. E sotto:
Archivio nazionale di diari, memo-
rie, epistolari. Credo che sia unico
in Italia, forse unico al mondo.
SAVERIO TUTINO
8 SETTEMBRE 1985 - 109
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