ROMANZI
LE SACRE NOZZE
di Edith Bruck
Longanesi, Milano, pogine 273, fire
1.700.
non smentiscono o con incano
piaghe di oggima
l'immobilità del tempo, cristalliz
zano il dolore, avviano alla mor-
te. C'è in Edith Bruck una ten
sione di tipo romantico verso il
bene, che si illumina per via ne-
gativa e attraverso un acuto ri
sentimento nei confronti dell'uma-
nità. In questo il fascino del li
bro. Scrittrice ungherese di na
scita, si è conquistata in queste
pagine una possibilità "italiana
di scrittura risolvendo il racconto
in un fitto e graffiante dialogato
Speranze
fine
per la Pa
In questo romanzo è narrata
l'esperienza bruciante e deluden-
te di una ragazza israeliana, par
tita piena di
lestina dopo la della guerra
dall'Europa centrale, e finita sul-
l'orlo del suicidio. Israele si pre-
senta agli occhi di questa sua fi-
glia come una terra arsa e bru.
ciata, recalcitrante alle nozze del
la speranza: non più un paradi-
so, ma dominio di chi compra e
vende l'anima come ovunque. Co.
si, contro questa odiosa realtà
presente si leva nell'immaginazio-
ne della protagonista il ricordo
dell'infanzia: spaccati di vita che
le
FILOSOFIA
UNIFICAZIONE
NAZIONALE ED
EGEMONIA CULTURALE
di Bertrando Spaventa
Latera Bari pagine 385, live 3.000
Giuseppe Vacca, che due anni
la ha pubblicato un libro sul rap-
-porto fra filosofia e politica in
Bertrando Spaventa, ci dà ora que
st'antologia di scritti spaventia-
ni, ch'egli inquadra per capitoli
all'interno d'un discorso critico.
tendente a definire la posizione
di Spaventa nella storia della cul-
tura italiana. Tale posizione appa-
re decisiva, se si pensa che e Spa
venta fu la chiave di volta del
l'interpretazione italiana di Hegel,
che alla sua interpretazione si
rifecero da un lato il suo contem
poraneo De Sanctis, dall'altro il
suo scolaro Antonio Labriola, che
dallo hegelismo passò al marxi-
smo. E sempre sulla scia di Spa-
venta si sviluppo poi l'idealismo
italiano, in modo diretto con Gen-
tile, indiretto Croce. Vacca
vuol appunto contrastare l'inter-
pretazione interessata e stretta-
mente "filosofica" che di Spa-
venta ha dato Gentile presentan
dolo come proprio precursore. A
tale scopo. Vacca mette qui in
particolare rilievo gli scritti di
Spaventa che testimoniano del
rapporto fra il suo pensiero e il
suo impegno storico-politico, del
la sua partecipazione alle vicende
razione a favorire l'edificazione di
una società, d'una scuola e di
uno Stato italiani, che corrispon-
dessero al più alto livello dello
sviluppo borghese in Europa. Cosi
26
PER 7 GIORNI
l'antologia, accanto a scritti filo
sofici su Hegel, riporta scritti di
filosofia politica: sullo Stato mo-
derno, sul liberalismo e la demo-
crazia, sul rapporto fra democra
zia politica e democrazia sociale.
IL CAPITALE
LIBRO I
CAPITOLO VI INEDITO
di Karl Marx
La Nuore Italia, Firenze pagine 135
live 1.200.
Gli avvenimenti politici, nazio
nali e internazionali, di questi
ultimi due anni contestazione
giovanile, dissidio russo cinese,
Praga, ecc.) anche se spesso ac-
compagnati e stimolati da una no-
levole confusione ideologica, han
no tuttavia prodotto, tra gli altri
risultati positivi, quello di appro-
Tondire la tematica marxista at-
traverso una conoscenza più este
sa e ravvicinata dei testi di Marx
In tale direzione si sono mossi
anche gli editori e, in Italia, si è
avuta una certa fioritura libraria
che ha raggiunto momenti di rile
vante significato scientifico. E
pensiamo soprattutto alla pregevo
le edizione, curata dalla Nuova
Italia, dei "Lineamenti fondamen
tali della critica dell'economia po-
litica" di Marx (i famosi "Grun-
drisse") che ha permesso agli
studiosi italiani di avere a dispo-
sizione un'
opera inedita del rivo-
luzionario tedesco. Con questo
"capitolo VI" del libro 1 del "Ca-
pitale". la Nuova Italia ha dila-
tato l'esplorazione ai testi marxia
ni ancora non tradotti in italiano,
fornendoci uno di quei capitoli
clel "Capitale" che Marx aveva
elaborato come momento a sé
("Risultati del processo di pro
duzione immediato") della prima
ezione del Libro I ('ll processo
di produzione del capitale"). Nel-
la stesura definitiva il capitolo VI
Ditom
progettati, e si ritrova "di
luito" nei rimanenti capitoli del
QUESTA E' UNA RUBRI-
CA DI SEGNALAZIONI
DI LETTURE. DI OGNI
OPERA QUI SEGNALA-
TA SI POTRA' TRATTA-
RE A DIVERSO TITO.
LO ANCHE IN ALTRA
PARTE DEL GIORNA-
LE, NELLO STESSO
IN UN FUTURO NUME.
RO DELL' "ESPRESSO".
TAVOLA ROTONDA
ERASMO - LUTERO
OPO un inverno abbastanza tempestoso e una pri-
Doktera pinverno corbastan ca sampes toonato for bete-
stita da un apporto di nuovi capitali, prepara il rilancio
d'autunno. Una decina di titoli saranno in libreria già
Libro I. Nessuna grossa scoper-
ta, dunque; ma l'interesse del ca-
pitolo sta nel fatto che in esso
ordinato e sviluppato in modo uni
tario un tema fondamentale della
produzione capitalistico, quello
della mistificazione del processo
stesso da parte degli economisti
Sorghesi, e in particolare « il ci-
clo storico attraverso il quale il
capitale si è assoggettato... il la
voro perché serva alla produzio-
ne di plusvalore, all'appropriazio
ne di lavoro non pagato > L'edi-
zione è ben curata da Bruno
Maffi.
a settembre e fra questi "La grande muraglia", una
dentro", del sinologo marxista tedesco
Joachim Schickel, il quale ci è vissuto a lungo e l'ha
esplorata in ogni direzione fino a diventare uno dei mag-
giori specialisti
alisti mondiali della storia, della civiltà e della
lingua di quel paese. Sempre in settembres Theatre
due volumi dedicati rispettivamente al "Living Theatre"
e al "Teatro laboratorio di Grotowski"
un altro de
docu-
mento: un saggio-indagine sul teatro inglese dal 1956 al
1967 dal titolo "Ribellione e rassegnazione" a cura di
Charles Marcowitz, amico e collaboratore di Peter Brook.
e di Simon Trussler. A ottobre, due recuperi: le "lezioni"
inedite che Zamjatin tenne, nei primi anni del 20, alla
Casa delle Arti di Mosca, "Lenin 1917" di Viktor
Serge, un testo scritto a caldo e pubblicato a puntate nel
1924 sulla rivista "Clarté" diretta da Henri Barbusse, che
ha il merito di opporsi a quella "liturgia della memoria",
formula prediletta dai burocrati sovietici di fronte al
Le ho desti
personaggio 1
destinato a suscitare malu.
mori e dissensi fra i critici d'arte è "Autoritratto" di
Carla Lonzi, allieva prediletta di Roberto Longhi, che
di critica si occupò e continua ad occuparsi pur avver-
tendo l'ambiguità della propria funzione che contri-
buisce a dividere
sempre più profondamente il momento
della creazione dell'opera da quello della fruizione
tema centrale dell'isolamento dell'artista, dovuto
alla dissociazione fra arte contemporanea e grande pub-
blico, la Lonzi propone quattordici ritratti di pittori
da Fontana a
a Twombly, da
Consagra a Kounellis, visti
con una curiosita ana
con una curiosità umana e psicologica prima ancora che
a
Sul
e culturale cento fotografie minuziosamente
loro case, gli oggetti
magici, gli atteggiamenti che più li
li rivelano.
Un titolo su cui l'editore punta, indicandolo come
una "scoperta" per
per molti aspetti eccezionale, è "Ardi-
ghello o le isole felici", un grosso romanzo (444 pagine)
scritto da Wilhelm Heinse fra il 1784 e il 1786, dopo
un soggiorno di tre anni in Italia, oggi tradotto per
prima volta, a quasi due secoli dalla sua pubblicazione,
dal germanista Lorenzo Gabetti. Il racconto, ambientato
alla fine del Cinquecento in Italia, è narrato a due voci,
da un giovane veneziano, Benedetto, e dall'avventuroso
e seduttore insaziabile
Ardighello, piltore, musico, poeta es
finché non trova nella romana Fiordimona la donna ca-
pace di tenergli testa. Una trama ricca di colpi di scena,
a
di duelli, di fughe, d'amori, di scontri navali coi pirati
che diventa, crescendo, un grande affresco di vita ita-
liana di quegli anni. A ottobre, un nuovo libro di Franco
Cordero, l'autore di "Genus" che ha vinto a Viareggio
!" "Opera Prima". Stavolta non un romanzo, ma un sag-
gio: Erasmo, identificato come uomo del sistema, dibat
te con Lutero, il contestatore, il problema del libero
arbitrio.
POESIE
ECCO' 'A MORTE?
(PERCHE' LA MORTE?)
di Albino Pierro
Laterza, Hari, pagine 112. lire 800.
Una bella raccolta di poesie
d'amore nel dialetto lucano di
Tursi. Come ha scritto Gianfran-
co Contini, « le parlate della Lulu
cania meridionale, a cui appartie
ne il tursitano, solo negli ultimi
decenni sono state
riconosciute da
Lausberg) come per certo aspet-
to le più conservative della peni-
sola di modo che già il loro
aspetto fonico si ollre come estre
mamente suggestivo incdito.
tanto più adatto dell'italiano (pu-
Te adoperato da Pierro) a rappre-
sentare stati d'animo elementari».
La riprova siano queste due quar-
nine dal titolo "Aiere", di cui dia.
mo la traduzione italiana di ma-
no dello stesso autore: “Aiere
nun
Teammi ca
vinute.
l'aspittej' cannijanne / passàite 'a
morte ochi ncolle / e si facite u
fridde cchiù granne.
nda nu mère di nive.com
citte u munne: / avi schitte nu
passerelle / cchi scille tise a lu
funne. (leri non sei venuta, / e
a me che ti aspettavo boccheg.
giando / passava addosso la mor-
te / e si faceva il freddo piu
grande. // Poi come in un mare
di neve / si ammutoli il mondo: /
aveva soltanto un passero / con
le ali tese nel fondo)
LE RIVISTE
IL BIMESTRE
Centro Di P
Piazza de' Mouzir, 50125
Firenze, abb. anno, L. 1.500.
Sull'ultimo numero un brano
dell'autobiografia di Joan Baez:
un ampio saggio storiografico di
Luigi Baldacci su "Il futurismo
Firenze". questo suo scrit
to. Baldacci conduce una cernita
attenta delle idee di Papini, ma
senza intenti apologetici « Il per
sonaggio, in blocco, non si salva.
Il che non significa che non pos
sano essere valutati serenamente
alcuni momenti, o un momento
solo della sua storia ). Segna
liamo
anche un confronto di Giu-
lio De Angelis, "La chiave e il
personaggio", tra il Vautrin di
Balzac e il barone di Charlus di
Proust