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Rassegna stampa, Oggetto 50

Lonzi Marta18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italia

  • Titolo: Rassegna stampa, Oggetto 50
  • Creatore: Lonzi Marta
  • Data di creazione: 18 ottobre 1969 - 23 ottobre 2001
  • Trascrizione:
    Una vita in versi di Pietro Bonfiglioli GIOVANNI PASCOLI, Poesie fami- gliari, a cura di Cesare Garboli, Mondadori, Milano 1985. Pp. XXXVIII-342. Lit. 20.000 Il frontespizio tradisce la realtà e la qualità dell'opera, nella quale le poesie cosiddette famigliari del Pa scoli comprendono, a star larghi, non più di una quarantina di pagine (su 380) e sono dunque da conside tarsi citazioni all'interno di un di scorso di cui autore e responsabile è interamente Cesare Garboli. Non è questa l'unica difformità di un libro che, sotto molti aspetti, straordi natio: elegante e incongruo, eccessi vo, ignaro di equilibri e calcoli, ge- nerosamente traboccante; un libro che muove da un "microschedario" immanc cscorre fortuitamente dall'interpretazione della poesia al facconto di un'esistenza contorta; sempre sul 'crinale della legalitai (p. XIV). "fuorilegge" (p. 175), ti- spettoso di tutte le istituzioni lette rarie ed estranco a ciascuna, così co- me è abnorme e arbitrario il titolo stesso che attribuisce al Pascoli, in una collana di classici, un volume di Poesie famigliari Oggi, si sa, la critica letteraria non è più la sede del ragionamento intel lettuale: è accademica o giornalisti- ca, tecnicizzata o pubblicitaria, in- somma corporativa. Garboli può fre- quentare ambedue le corporazioni senza appartenere a nessuna. Il suo Libro ne e una prova. Utopico, vale a dire privo di un'attesa a cui rispon- dere, sciolto da ogni servizio o fun- zione, può apparire divagante e nel lo stesso tempo rigoroso, filologica- mente catafratto, cosi attaccato alla preda da stringerla in ogni momento entro giti di falco larghi e implacabi- li: magari anche poco innovativo (ma non sono rare le novità offerte agli specialisti), perfino ossequiente alla tradizione critica, alla malattia depressiva e piccolo borghese del pascolismo ("le tradizioni non han no quasi mai torto", p. XXIV) tut- tavia capace di portare la tradizione a confrontarsi con il suo stesso rimos. so e di aprire sotto al luogo comune una insaputa profondità. Alludo al viluppo storico-biologico in cui si confondono il protofascismo del Pa. scoli come esperienza intima" ("uno dei motivi che stanno alla ba- se di questo libro va ricercato nell'interesse verso la straordinaria purezza del fascismo pascoliano". p. XXXIV) e quella funesta maledizio ne nazionale che è la famiglia. Gar- boli insiste sul groviglio nel nidoo tana", che il Pascoli non ha il co. raggio di sciogliere, cosi come non troverà mai il coraggio di leggere nei suoi stessi versi, intento a deviare nella poesia il maleficio e l'incubo della vita, il suo destino di orfano bloccato nella crescita, vedovo puta tivo di un fantasma, la sorella Ida. amata di un amore drammatico, in- consapevolmente incestuoso, e pa- dre sostituto di un altro fantasma, la sorella Maria che, rovesciando il rap- porto, riversa sul padre fratello un amore altrettanto candido e perver- L'interesse primario di Garbolire sta quello da lui confessato nell'av. vertenza a una raccolta di sarri del '69. La stanze separata: "Più dei li bri mi hanno interessato le persone. Più della letteratura, tutto quello che la letteratura nasconde e rivela": niente è più sacro di ciò che non c stato ancora redento dallo stile", di SD. ciò che sembra ancora in gara con la vita. Coerentemente può ora confer- mare la sua attenzione non tanto all'energia che, nella poesia pasco liana, si è trasformata in lavoro quanto piuttosto all'energia che, per produrre questo lavoro, è andata perduta" (p. XXIV). Per una simile ermeneutica del non detto - già sperimentata da Garboli sul Leopar di e su Moliere - i documenti pa scoliani più intensi diventano le "poesie rubate al vissuto", i pezzi di vero truccato, i biglietti di frontie. ra tra la forma e la vita (p. XVIII). questa condizione ambigua ap- partengono i versi antologizzati e commentati, distinti in tre gruppi, che corrispondono ad altrettanti mo. menti traumatici nell'arco di un'esi A N. 9 stenza scandita dalla coazione a ripe- tere: 1) un gruppo di "famigliari" pubblicate da Maria tra le Varie, più un frammento inedito, che assecon- dano la ricostruzione del 'nido tra Massa e Livamo nella forma rimossa e castrante dell'amore a tre: "un de cennio di amori invissuti che ha pro- dotto e fatto esistere" il Pascoli di Myricae (p. 164); 2) il ciclo del Ri forno Sex Manno che conclude canti di Castelvecchio e che, pur comprendendo alcune fra le più alte riuscite del Pascoli, risponde con i versi posteriori al '95 - ''anno ter ribile del tradimento dell'Ida transfuga dal nido - a un bisogno compensatorio e disperato di autoce- lebrazione nell'immagine nazionale e sacrificale del poeta consolatore (troviamo qui le prove più innovati- ve della sorvegliatissima filologia che consente a Garboli, in base al "carta- me' dell'archivio di Castelvecchio, di stabilire in modo definitivo e sor- prendente lo sviluppo ideologico del ciclo, chiarendo il mistero tutt'altro che futile per cui il poeta avverte all'alba un improbabile gracidare di rane nella lirica omonima di apertu- ra); 3) il ciclo delle ballate funere che porta il titolo di Diario aut le, composto a quattro mani con la sorella Maria e collocato in appendi- ce agli stessi Canti di Castelvecchio nella tarda edizione del 1910: una sorta di ripostiglio privato in cui, ri- spetto ai cartoni neogotici e rubbia- neschi delle canzoni di re Enzio, domina una attediata e sedata ac- quiescenza ai vecchi traumi fami- gliari ommai immersi nella nebbia del nulla. E il metoda? La scienza della let teratura in quanto teoria retorica del significante è estranea alla curiosità della vita. Già nella citata avverten- AA.VV.. Giovanni Pascoli, poesia e poetica, Ani del Convegno di studi pascolini, San Mauro aprile 1982, Maggioli, Rimini 1984, Pp. 189. Lit. 28.000: AA. VV., Corrado Goroni, Asti delle giorna- te di studio, Ferrara maggio 1983, Cappelli Bologna 1984, pp. 411, Lit. 25.000 pag. 9 Pascoli fra cigni e oche di Giorgio Ficara Cadere o esser caduto, discendere o ascen- dere, cadere sempre salendo: la preoccupante e pascoliana disposizione (di bolidi asteroidi aguile) J non sapere dove si andrà a parare con il proprio volo a forie molto simile, molto vicina all'insidiona waghezza del nostro (di noi moderni) destino individuale? Una volta accertato, anzi, con Barber Squarotti (Il fan ciullino e la poetica pascoliana) che quella del fanciullino e una retorica della meraviglia non del sentimento o del pathos, si potrebbe istituire una correlazione di strella fra il Pa- scoli e la modernità. Il discorso di Barberi sul la scomparsa dell'io come soggetto e oggetto della scena della poesia, NON HOWO in gene- tale per Pascoli, & pero molto efficace nel re. pertorio, e nel commento, dei testi prodotti A questo proposito si veda il saggio di Gian Luigi Beccaria su Polivalenza e dissol- venza nel linguaggio poetico pascoliano in cui lo studioso illustra la "soprendente mo- dernita" di certi risultati espressivi a partire dal mono, dell'euforizzamento delle paro le e dell'associazione fonica come in OW- mento e mulazione del significato. Certo, questa disposizione alla labilita, perdere un po' se stessi come soggetti e test- moni della propria opers, sarà por molto alti w nelle poetiche del Novecento. Ma ci chie- diamo: il ricupero e la definizione di un Pa za alla Stanzs separate Garboli iro- nizzava sulla letteratura come scienza esatta con i suoi principi, le sue deduzioni, i suoi commi, i suoi 0.0, 0.1, 1.1.1.2...". Una sorta di pascolismo paradossale lo spinge ora verso la cosa che è prima della lingua c può essere pronunciata solo da una lingua che non si sa". Più che un metodo, il suo è un rapporto irra zionale di intimita', un'arte della spia, un bisogno di conoscenza che comporta il rischio della immedesi- mazione, di diventare Pascoli" (p. XXVI). Certo non si potrebbe esplo- rare l'ipocrisia oggettiva e appassio- nata di una vita in versi senza la gui- da di Freud. Grazie a una tale guida Garboli può parlare, per il Pascoli, scoli moderno non può forse essere discussa ſe discutibile), se consideriamo quel tanto di patetico di melodrammatico che nella poe- sia pascoliana? La petite musique" di Pascoli è pia in wa lacrima, in un effetto di lacrime, IN #sospiro Puccinino (Puccini e Pascoli fw- TONO apricinati da Sanguineti, in un antico discorso, ristampato on negli Atti) che non In un soggetto decentrato, o latitante. Ma questa liturgia del pianto – conclude San- guineti - fu pure la sola forma di percezione del sacro e di sentimento del tempo, sincera mente interiorizzata e autenticamente parte- cipabile, che i nostri padri abbiano saputo trasmetterci" Di Sanguineti si legge specialmente il sag- gio su Govoni tra liberty e crepuscolarismo, Contenuto negli Atti di Ferrara: il povero C gno di Loengrino, caro alla mu govoniana è Commentato e blandito con particolare tene- rezza da Sanguineti, nella sua metamorfosi in Oca qualunque D'altra parte l'ostilina, anche altrowe aper: tamente dichiarata de Sanguineti verso il poetese", sembra proware qui, in questa rico gnizione govoniana, in questo autant fra G gnie Oche, ww buon terreno per nutrits: In particolare qui a Goponi ("Doganiere della nostra poesia") e al suo mondo Sangui neti riconosce, fra le altre, una qualità che è SMA N anche del protomontale goxoniano, per esempio: quella di aver innalzato "bucce di aranci gialli di limoni, e insalate e legumi produttivi, contro bussi o bossi, contro liga Str & canti, e mi contro allori, ma di averlo fatto un po' a malincuore, se non addirittura strappandosi i capelli" non del tutto persuasivamente, di sublimazione perversa" (la subli- mazione non è sempre riuscita?). Ma il freudismo è più che un metodo, una componente necessaria del mo- derno. Non attribuirei a Garboli un metodo psicanalitico, che tra l'altro non potrebbe non cadere sotto il predominio scientista e lacaniano del significante. Parlerei piuttosto, almeno come tendenza, di una er meacutica ontologica, attenta alle tappe di un destino insieme indivi duale ed epocale. Spexxata la prigio nia delle strutture e dei metodologi. smi autodimostrativi, la critica torna ad essere per Garboli - ovviamente in forma antidealistica e antideolo- gica - quella che fu per i romantici: storia, narrazione essendo la vita del Pascoli, tecnicamente, un ro- manzo di cui esistono tracce e fram- menti in poesia". p. 317). Il destino personale e la malattia storica, fami- lismo e procofascismo, rivelano sotto l'aspetto descrittivo la cosa pascolia. na che l'interpretazione tende a sciogliere in racconto. Il racconto, che occupa quasi la metà del libro, è rappresentato da una minuziosa Cronologia a sequen- za annalistica, nutrita di una vasta messe di documenti, in parte inediti o poco noti, comunque collazionati con gli originali d'archivio. Malgra- do la modestia del sedicente "crono- grafo' e l'ossimoro del "microsche- datio gigante' si tratta di un'auten- tica biografia, necessaria integrazio- ne delle benemerite ma apologeti- che biografie pubblicate da Maria Pascoli e dal Blagini. Tuttavia nep. pure in questo caso il lavoro di Gar. boli si attiene alle regole del genere. Le viscere del Pascoli proliferano in ogni direzione, la cronologia che si fa biografia diventa un cantiere in trasformazione che ingloba perpe tuamente materiali eterogenei si muta in un romanzo freudiano, nel racconto di un destino, nello stesso tempo genera dal proprio seno con signorile dovizia preziose analisi lin. guistiche e interpretazioni critiche (particolarmente felici e idealmente estrapolabili le pagine sull'imbro- glio simbolico esistenziale dei sugri pascoliani su Dante). Senza dubbio il passaggio da un'esistenza traumatica e traumatiz- zata all'officina di Myricae, affinc alle contemporanee officine del grande simbolismo europeo, conti- nu a restare largamente problema. tico; ma l'ermeneutica di Garboli getta un ponte che riduce le distanze a un diaframma traslucido. Sono usciti i primi due volumi della sezione LE BIOGRAFIE del DIZIONARIO ENCICLOPEDICO UNIVERSALE DELLA MUSICA E DEI MUSICISTI diretto da Alberto Basso con la collaborazione di oltre trecento specialisti italiani e stranieri La più aggiornata e completa enciclopedia della musica un contributo fondamentale al sapere musicale Dodici volumi in - 4° grande di complessive pagine 10.000 circa. Sezione prima: IL LESSICO. Quattro volumi (già pubblicati). Sezione seconda: LE BIOGRAFIE, Otto volumi. UTET
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