Nel taccuino giovanile in cui vengono copiate tutte le macchine disegnate da Taccola e nella prima stesura del suo Trattato di architettura, Francesco di Giorgio sviluppa il tema del moto perpetuo proponendo vari tipi di mulini in acqua morta. Anche se l’argomento non viene mai affrontato in forma testuale, nei suoi disegni la ricerca si concentra sulla conformazione di volani ad assetto variabile o sullo sviluppo della ruota idraulica nella prospettiva di trasformarla in un dispositivo che possa autoalimentarsi. Francesco di Giorgio elabora bottacci e contrappesi di varia forma, talvolta in grado di aprirsi, in grado di spostare continuamente il centro di gravità della ruota in modo da sbilanciarla e indurne la rotazione. Nei suoi disegni, le ruote a sbilanciamento sono immaginate come generatori di energia abbinati a macchine operatrici di grandi dimensioni; tuttavia è assente qualunque tentativo di dare una spiegazione del loro funzionamento.