Il profilo della bambina è tracciato con un segno secco, asciutto e grafico, si staglia con decisione su uno sfondo neutro, un semplice muro intonacato, forse l’interno di una casa rustica. I tratti decisi sono sottili, il profilo è quasi sfuggente, la carnagione rosea e le guance paffute sono incorniciate dai folti capelli rossi ramati che cadono fluidi sulle spalle della bambina, vestita di un semplice abito verde steso con colore sottile e magro.
Giovanni Fattori esordisce con dipinti di soggetto storico, riprendendo quel filone della pittura di storia che prende il via dalla corrente romantica e si svilupperà poi verso esiti più vicini al realismo. Fattori s’inserì nel filone di ricerche che avevano preso avvio da Borrani, Abbati e Sernesi, Telemaco Signorini, portandolo a realizzare una pittura “a macchia” dapprima utilizzata per un rinnovamento della pittura di storia e poi applicato allo studio della pittura di paesaggio.
Gotine rosse si colloca infatti in un momento tardo della produzione di Giovanni Fattori. Sin dagli anni Sessanta esegue numerosi ritratti presso Castiglioncello nella tenuta del critico Diego Martelli.
Fattori sicuramente risente della tendenza della ritrattistica di tipo intimista di stampo borghese, assimilandone anche l’influsso della pittura naturalista, come già evidenziato da Ettore Spalletti (E. Spalletti, in Firenze, 1987), ma non riproponendo soggetti leziosi e di genere: piuttosto interpretando il soggetto con un originale punto di vista e un segno grafico asciutto e deciso che risente della produzione incisoria dell’artista, che si fece più intensa proprio in questi anni
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