Nel foglio 1062r del Codice Atlantico, Leonardo prendeva in esame quattro diversi tipi di ruote perpetue, attraverso le quali è possibile ripercorrere l’evoluzione del suo pensiero in merito a tal genere di dispositivi. Una trattazione analitica che poi rielabora in forma più sistematica, puntualizzando i principi di funzionamento delle varie ruote nella sequenza di fogli da 90r a 92v del Codice Forster II nei quali matura la convinzione dell’impossibilità del moto perpetuo con questo tipo di dispositivi. Nel foglio 92v del Codice Forster II, infatti, dopo aver illustrato il funzionamento di questa e di altre ruote a sbilanciamento meccanico, conclude che
«Qualunque peso sarà appiccato alla rota, il qual peso sia causa del moto dessa ruota, senza alcun dubbio il centro di tal peso si fermerà sotto il centro del suo polo; e nessun strumento che per ingegno fabbricar si possa che col suo polo si volti potrà a tale effetto riparare. O speculatori dello continuo moto, quanti vano disegni in simile cerca ave’ creati! Accompagnatevi con li cercator dell’oro».