Report from cities: conflicts of an urban age

Ci sono sorprendenti differenze regionali nel ritmo e nella portata delle trasformazioni urbane a livello globale. La mappa illustra le dimensioni e il tasso di crescita dal 1950 al 2025 di una serie di città del mondo con più di un milione di abitanti. Nel 1950, il villaggio di pescatori di Shenzhen, nella Cina sudorientale, aveva 3148 abitanti; nel 2025, secondo le previsioni dell’ONU, supereranno i 12 milioni. La capitale del Congo, Kinshasa, passerà da 200.000 a più di 16 milioni di abitanti, crescendo nel prossimo decennio al tasso vertiginoso del 4% all’anno (circa 40 persone all’ora). Nel frattempo, il motore economico del Brasile, San Paolo, rallenterà a un tasso di meno dell’1% all’anno, decuplicando comunque il suo numero di abitanti nell’arco di 75 anni. Nel 2015, Londra ha superato il suo picco storico di 8,6 milioni di abitanti, raggiunto all’inizio della seconda guerra mondiale, in controtendenza rispetto a molte città europee e nordamericane che hanno avuto una crescita lieve o addirittura negativa. Rispetto ad altre città del mondo, Londra sta avanzando lentamente, con soli 9 nuovi residenti all’ora, contro i 18 di San Paolo e gli oltre 70 di Delhi, Lagos e Dacca. Comunque, Londra avrà un milione di persone in più per il 2030. Queste istantanee riflettono le profonde differenze nei modelli di crescita e cambiamento urbani del mondo, spesso mascherati dalle generiche statistiche secondo cui il mondo è oggi più urbano che rurale, e ci si avvia a raggiungere una soglia di urbanizzazione del 70% per il 2050. Per comprendere meglio l’impatto di queste differenze regionali, il programma Urban Age dell’LSE Cities ha studiato i modelli demografici, economici e ambientali collegati all’urbanizzazione globale e al cambiamento urbano.