Lo strumento era in origine un chitarrone realizzato da Iungman a Genova nel 1633 al quale è stato ridotto il manico trasformandolo in una sorta di grande mandola a dieci corde che, nell'assetto attuale, sembra difficilmente utilizzabile. La cassa armonica e ciò che resta del manico (allo stato odierno molto ridotto) sono dunque da considerarsi opera di Giorgio Iungman mentre la riduzione del manico, il cavigliere e il ponticello sono da collocare nel periodo ottocentesco. Il guscio di ottima fattura è realizzato con ventitrè doghe di tasso: sfruttando la parte del tronco di confine tra l'alburno (di colore bianco) e il durame (rosso), ciascuna doga sembra essere costituita da due strisce creando l'illusione che il numero delle doghe sia il doppio di quello reale. L'assetto originario dello strumento poteva essere, conformemente alla data del 1633 presente sull'etichetta all'interno dello strumento, quella di un chitarrone a quattordici ordini di cui i primi sei (probabilemnte doppi) con una lunghezza vibrante di mm 850 circa e i rimanenti otto (singoli) di bordone con una lunghezza vibrante di mm 1600 circa.