Con Honet siamo davanti ad un opera dai forti connotati allegorici: una parata di personaggi più o meno famigliari che in fila danzano lungo le pareti della sala verso il proprio destino, oltrepassare il proprio demone, la morte. Il richiamo alle danze macabre medievali assume con Honet un tono addolcito e scherzoso, mostrando forse come l’immaginario contemporaneo sia scevro di gravitas riguardo al limite che più di ogni altro contraddistingue il nostro vivere. Per la scelta dei personaggi l’artista francese attinge dal suo immaginario pop fatto di icone storiche, contemporanee, arcane o provenienti dal mondo fiabesco e dei cartoon. Una miscellanea bizzarra che, come una sfilata carnevalesca, da una parte sembra voler esorcizzare questa presenza e dall’altra in un certo senso mostra lo spirito del nostro tempo, che grazie alla sua componente telematica predispone il mondo ed il tempo in un eterno presente dove ogni cosa è presente simultaneamente. Anche noi siamo chiamati a partecipare dovendo scegliere se affrontare e oltrepassare le nostre paure rappresentate dalla figura della morte posta a copertura dell’uscita, per poter continuare a vedere la mostra oppure scegliere di rimanere imprigionati in questo limbo carnevalesco.