In Sacco e rosso l’interesse di Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995) per i materiali si traduce in specifiche scelte formali: lacune si aprono nella trama lisa della iuta, buchi e smagliature sono rattoppati, talvolta, risarciti con un nuovo inserto di stoffa o evidenziati dal delinearsi di una netta campitura di colore. Le tracce di usura della iuta e la profonda ferita, insanabile, che si apre al centro dell’opera, caricano di drammaticità il gesto dell’artista e si presentano come i segnali, parzialmente ricomposti, di un accumulo di esistenza. Cerruti non volle soltanto acquistare un’opera della serie più nota di Burri – quella dei sacchi – ma uno dei pezzi che provenivano dalla collezione personale della celebre gallerista newyorchese Martha Jackson, responsabile del successo statunitense ottenuto dall’artista a partire dalla metà degli anni Cinquanta.