Quest'opera è tra le più significative del periodo emiliano dell'artista. Il paesaggio nordico sul fondo richiama le incisioni di Francesco de Nanto che riproducono alcune sue invenzioni; la composizione rivela tuttavia l'avvenuto incontro con il raffaellismo di Bagnacavallo senior, evidente nella morbidezza pittorica. Il collegamento è istituibile con il ciclo delle storie di Sant'Antonio della basilica di San Petronio eseguite nel 1525; ma alcuni segnali già preludono alle novità degli affreschi della chiesa della Commenda.