La tela, insieme a “Santa Caterina visitata in carcere dall’imperatrice Faustina”, ornava la chiesa di Santa Caterina di Brera a Milano, demolita nel 1786. Grazie alla pubblicazione del disegno preparatorio, si sono potute attribuire le due opere a Carlo Preda che, in quegli anni, era spesso su territorio lombardo per commissioni di carattere religioso. Il dipinto presenta una tipica composizione seicentesca, aggiornata con elementi propri della pittura tardobarocca genovese e suggestive soluzioni cromatiche che caratterizzano le superfici.